I requisiti minimi di un romanzo (perché qualcuno lo legga)

O anche standard minimi di qualità.

Un romanzo può essere innovativo, interessante, accattivante, ma se non rispetta dei requisiti minimi, difficilmente qualcuno lo leggerà.

E se lo farà, potrebbe storcere il naso. O peggio.


Non so te, ma io ho una feroce dipendenza di videogiochi.

Quando prendo quella strada, è capace che non mi si veda più per giorni.

Fino a qualche mese fa purtroppo dovevo scartarne molti per PC, perché il mio sistema operativo non soddisfaceva i requisiti minimi. Nel senso che se provavo a installare un gioco, semplicemente non si avviava.

Possiamo dire lo stesso di un romanzo: se mancano questi requisiti, il mio cervello si arresta, come un PC si impalla e di sbloccarsi non c’è verso.

Non sto parlando di refusi: quelli ci sono e ci saranno sempre, perfino nei testi delle case editrici più famose (potrei citarti un po’ di romanzi in cui li ho trovati, ma non lo farò). Per quanto un testo sia stato riletto da due, tre, quattro paia di occhi, qualcosa scapperà sempre, e sebbene molti “tuttologi” si schifino di fronte a un banale errore di battitura (a patto che non siano cinquecento!), posso dire che c’è altro di peggio.

Di molto peggio.

editing

Entriamo però un po’ nel dettaglio…

… e vediamo quali sono ‘sti benedetti requisiti minimi o standard minimi di qualità.

Come avrai ben intuito, sto parlando a livello di scrittura.

Cosa fa la differenza tra un libro che si legge bene e un libro che “mamma, aiuto”?

Una corretta padronanza della lingua italiana.

Ma aspetta! Non ti sto dicendo che un libro si legge bene se usa un linguaggio ricercato, magari anche ampolloso, con termini messi lì per dar sfoggio alla conoscenza del vocabolario. In questo caso entra in gioco lo stile, che è soggettivo e che nulla ha a che fare con requisiti di qualità.

Qui siamo proprio alla base della base.

Perché se leggo un antica, si lo faccio, gli disse a Maria o anche “solo” E’ arrivato Luigi, qualcosa non va.

Qualcosa che mi dice che l’autore non conosce bene la grammatica italiana.

Dirai: e va be’, una svista capita a tutti.

Sì, ma se l’errore si ripete praticamente in ogni pagina altro che svista!

Ma allora cosa posso fare?

Il principale problema, in molti di questi casi, è che l’autore nemmeno si accorge dell’errore; o peggio, non lo considera tale. Quanti scrivono infondo anziché in fondo, sopratutto in luogo di soprattutto, cosi invece di così?

Nei libri che correggo quotidianamente da un po’ d’anni a questa parte sono spesso i più ricorrenti (oltre a tutta una serie di perle che meriterebbero un libro), ma ahimè anche nei testi che leggo, che presuppongono una correzione, visto che sono stati pubblicati (dell’autopubblicazione non entro in merito, ne ho parlato diffusamente altrove).

Il peggio è quando cerchi di far capire all’autore i suoi errori, citando anche manuali di grammatica (per dire che non è che ti sei inventato tu la regola che di è preposizione, un sinonimo di giorno e di’ l’imperativo del verbo dire). Loro annuiscono, contenti all’esterno, ma il giorno dopo continuano a fare gli stessi errori, magari correggendo le tue correzioni (è capitato anche quello, sì) perché Maria mi piace che sia uomo e allora gli dico.

E poi, noiosa ciliegina sulla torta: se ci sono degli errori la colpa è dell’editor, lungi da me scrivere certe oscenità! Addirittura anni fa ho “letto” (virgolette doverose perché leggere un romanzo zeppo di errori è un lavoro che invito chiunque a evitare) un libro il cui autore si manlevava da qualsiasi responsabilità dicendo “se trovate errori vedetela con i miei editor, io non c’entro niente”.

Della doppia responsabilità di autore e editor ne parlerò in seguito, adesso torniamo al tema di questo articolo (sennò ammetto che se parto non finisco più, un po’ come per i videogiochi!).

Per questi scrittori c’è poco da fare. Se non se lo inculcano loro che stanno sbagliando, possono passare anche da dieci editor diversi, o da dieci case editrici diverse, ma non cambierà nulla, e continueranno a sciorinare serie di si, cosi, propio, un immensa, o detto e così via.

Se invece sono consci di avere dei limiti (oh, ragazzi, certe cose possono non entrare, mica c’è nulla di male! Io fatico ancora adesso a fare i calcoli a mente!), be’, innanzitutto un bel manuale di grammatica non sarebbe male (a proposito: di grammatica ne parlo anche io qui, se ti va un ripasso).

E poi c’è la nostra panacea multitasking: Microsoft Word (ma anche Open Office, Pages).

Sì, perché Word, soprattutto nelle sue recenti versioni, è davvero un strumento utile per evitare gli errori più banali, la base della base, che però sono sempre la differenza fra un libro ben scritto e uno no.

Infatti, mette a disposizione lo strumento di correzione ortografica e grammaticale che sottolinea in rosso gli errori (anche di battitura) e in blu (mi pare fosse in verde in versioni più vecchie) i problemi ortografici e sintattici (sottolinea ad esempio una uomo).

Consiglio a tutti di attivarlo, perché anche se a volte suggerisce amenità (una volta mi è capitato mi volesse correggere fossero venuti con avessero saputi, chissà perché poi!), è davvero utile per evitare gli errori di base e presentare un libro con almeno gli standard minimi di qualità.

Certo, potresti dirmi: ma io lo mando lo stesso all’editore, sarà lui poi a correggere. Sì, peccato che molti editori scartino a priori i libri malscritti (con Policromia facciamo così), perché se un libro è scritto male denota subito una scarsa cura da parte dell’autore, e spesso poco rispetto per il libro stesso e per chi dovrà leggerlo e correggerlo.

Quindi, se tu che stai leggendo sai di rientrare in questi casi (spero di no, lo spero sempre), prenditi un po’ di tempo per rivedere le basi di grammatica. Non è una vergogna aver difficoltà con la lingua, mica siamo tutti professoroni (e pure loro a volte sbagliano). Passa qualche ora in più a rivedere ciò che non ricordi, fatti degli schemini, piuttosto, ma presta attenzione alla grammatica. Davvero, può fare la differenza! Io stessa non leggo più libro scritti male e mi rifiuto di recensirli, e come me molti altri. Sì, possono essere originali e accattivanti, ma di fronte a lacune grammaticali non si può chiudere un occhio. Non più.