Self-publishing vincente, ma quando?

Dopo aver letto e recensito numerosi libri di autori autopubblicati, ed aver scaricato estratti su estratti, sono giunta a una conclusione: il self-publishing non è per tutti.

Il che mi ha portato a un’altra conclusione: tutti sanno scrivere ma nessuno ne è davvero capace.

Non basta riempire cento pagine di parole, frasi, dialoghi. Non basta mettere la parola fine a una storia. Non basta caricare il file su uno store online. Tutto questo non basta a farti diventare uno scrittore.

Lo ripeterò alla nausea, ma scrivere un libro non è un hobby.

Scrivere un libro è un lavoro.

Scrivere un libro e, soprattutto, autopubblicarlo, è investire sulla propria professionalità.

Diciamocelo, non sei un po’ stufo di leggere fandonie, libri scritti male e di scarso contenuto?

Io sì.

Infatti in questo articolo ti elencherò le cinque regole che rendono il self-publishing vincente.

Solo se seguirai queste regole potrai davvero definirti uno scrittore degno di tale nome.

self-publishing

Prima regola: pensa seriamente, scrivi seriamente

Ebbene sì.

Una delle grandi verità, eh?

Eppure ho notato molti libri (non solo romanzi, anche saggi) che sembrano essere scritti senza un’idea precisa.

Ho qualche cosa in mente, scrivo due righe, pubblico, zak! Il gioco è fatto.

Eh, no.

Se scrivi un romanzo, devi averlo in mente. Non dico che tu debba conoscere tutte le scene, ma almeno avere un inizio e una fine, avere un’idea che vuoi trasmettere ai lettori.

Non basta scrivere che Mario ama follemente Maria ma Maria ama Luigi che ama Mario e tutti sono sconvolti perché un’invasione di zombie sta estinguendo la civiltà.

Non basta nemmeno scrivere il romanzetto rosa pseudo erotico perché fa figo e perché lo fanno tutti.

E non basta neanche abbozzare qualche paragrafo sul marketing, sulla fotografia o anche su com’è bello avere dei gatti se non si conoscono a fondo gli argomenti.

Quindi:

  1. Pensa seriamente prima di iniziare a scrivere. Che cosa vuoi trasmettere? Di che cosa vuoi parlare?
  2. Scrivi seriamente. Scrivi come se ne andasse del tuo futuro (e magari è anche così, a meno che tu continui per hobby, ma allora questo articolo non fa per te).

Seconda regola: dopo che hai scritto, correggi

Ci tengo a martellarti su questo punto perché, lo ammetto, sono arcistufa di leggere amenità, violenze sui congiuntivi e esecuzioni di massa sulla punteggiatura.

Un libro va scritto.

E va corretto.

Di qui non si scappa.

Per essere più serio possibile, è meglio che il tuo libro lo correggano altri. Non amici, parenti, la fidanzatina, ma persone che lo fanno per lavoro. Editor, agenzie, anche l’ultimo dei correttori di bozze per una revisione finale.

Se non vuoi (o non puoi) spendere, allora cerca di fare una correzione casereccia, magari affidandoti anche a Beta reader.

Ricorda, però, che quattro occhi sono meglio di due, e se gli occhi aggiuntivi non ti conoscono è ancora meglio.

Quindi:

  1. Fai correggere il tuo libro.
  2. Correggilo tu stesso.

L’importante è che tu non dia il tuo romanzo o saggio in pasto ai pescecani senza nemmeno averlo riletto.

Perché di pescecani parliamo, non di soffici gattini.

E la rete è piena di persone che non aspettano altro che addentare la tua bella giugulare.

Terza regola: pubblica con attenzione

Ci sono tanti canali di autopubblicazione.

Amazon e Kobo sono in cima a una lista che oserei definire infinita, perdona l’allitterazione.

Prima di lanciarti sul canale che prediligi, magari perché lo conosci o perché i tuoi amici lo usano, valuta pro e contro.

Valuta con attenzione ogni frase, ogni strumento che il canale ti mette a disposizione. Non cliccare su tutto per avere tutto.

Valuta se utilizzare Kindle Unlimited e affidare l’esclusiva ad Amazon, ad esempio.

Stesso discorso per i cartacei.

Scegli la piattaforma di print on demand che più si addice alle tue necessità, valuta costi, tempistiche e così via.

E non dimenticarti il prezzo!

Non è semplice decidere quanto far pagare un libro.

Certo, da una parte puoi fare un ragionamento tipo: “Sono nuovo, nessuno mi fila, mah, piazzo il mio libro a un prezzo basso, così mi faccio conoscere”.

Oppure potresti pensare: “Ho impiegato anni di ricerche per questo saggio, anche se sono un signor nessuno non mi va di svendermi”.

Entrambi i ragionamenti sono corretti.

Un romanzo a 0,99 centesimi può essere migliore rispetto a uno che costa 2,99 euro, e un saggio a 1 euro può valere il suo prezzo, ossia niente.

Devi essere tu a dare un valore al tuo romanzo o saggio.

Ricorda: nel momento in cui pubblichi, il libro diventa un prodotto, e come tale va considerato.

Quindi:

  1. Scegli attentamente la piattaforma di self-publishing e print on demand basandoti sulle tue esigenze (e non perché lo fanno gli altri).
  2. Fissa il prezzo del libro in base al valore che tu daresti e che vuoi dare.

Quarta regola: pubblicizza con criterio

Pensa a quando vai al mare. Sulla spiaggia, sei lì che ti godi il sole quando un venditore ambulante, che sia l’afroamericano con le collanine o il cocco bello cocco, allunga la sua ombra davanti a te. E inizia a stressare, a stressare, a stressare. E questo si ripete due, tre, cinque volte al giorno.

Grado di pazienza: -40

Grado di irritazione: +200

Ecco.

Molti self-publisher si comportano come i venditori ambulanti sulla spiaggia.

Vuoi comprare il mio libro? Vuoi comprare il mio libro? Scusa, hai comprato il mio libro?

E basta!

Questa è una delle peggiori tecniche di marketing, e non lo dico perché sono un’esperta di marketing (e infatti non lo sono); lo dico perché ci sono passata, ci passo ogni giorno quando milito sui social e mi piovono addosso quelle belle notiziole che amorevolmente (si fa per dire) chiamiamo SPAM.

Non spammare il tuo libro.

È come entrare in un negozio di vestiti e la commessa ti assilla se vuoi comprare qualcosa.

Lo saprò io se voglio comprare o no. E, certo, se vorrò comprare lo dirò io, non tu.

Mi potrai rispondere: ma se non faccio così, se non spammo, nessuno mi fila!

Sì, ma se spammi senza criterio ti fileranno ancora meno.

Pubblicizzare un libro è un lavoro lungo e magari all’inizio dà poche soddisfazioni.

Occorre seguire una strategia ben precisa, farsi magari aiutare da chi ne sa di più.

L’importante è non farsi prendere dalla frenesia e rischiare di elemosinare un acquisto o una recensione.

Quindi:

  1. Valuta attentamente come vuoi pubblicizzare il tuo libro.
  2. Fatti aiutare da chi ne sa di più, che spesso è la soluzione migliore.
  3. Non lasciarti avviluppare dai tentacoli dello SPAM “perché è così che funziona sui social”. Infatti spesso i gruppi di solo SPAM muoiono dopo breve tempo.

Quinta e ultima (evvai!) regola: credici

In realtà non è una vera e propria regola.

Piuttosto una motivazione.

Molti scrittori abbandonano subito la nave, magari invogliati dall’editore truffaldino che promette alti guadagni pagando la cifra irrisoria di 2.000 euro (?!).

Quello che posso dirti io è di non mollare. Se davvero credi in ciò che hai scritto, nel messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi lettori, non scoraggiarti dopo i primi fallimenti.

Tutti falliscono, l’importante è continuare.

Ricorda che il tuo libro è un prodotto, e tu che lo hai scritto e lo vendi sei un’azienda, un negozio.

Vuoi chiudere la baracca dopo tanto impegno e tanto sangue e tanto sudore solo perché il tuo negozio lo visitano in pochi?

Prima di scoraggiarti e tirare giù la serranda, pensa a come fare per accaparrare nuovi clienti.

La questione è tutta lì.

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