Quando si termina di scrivere un testo, le fasi successive sono la revisione e, infine, la pulizia.

Operazione fondamentale per garantire che il risultato finale sia chiaro, scorrevole e privo di errori (che poi, vabbè, ci possono sempre stare: non siamo macchine ma esseri umani).

In questo articolo ti darò qualche dritta per pulire il tuo testo, che sia di saggistica, di manualistica o di narrativa.


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Le “d eufoniche”

La “d eufonica” è l’aggiunta di una d tra la preposizione e o la congiunzione a e una parola che inizia con vocale, come per esempio ad ieri o ed anche. Questo fenomeno è sempre stato utilizzato per rendere il discorso più fluido e piacevole all’orecchio, evitando cacofonie.

La tendenza moderna è quella di limitare l’uso della d eufonica solo quando è effettivamente necessaria per evitare una cacofonia, ovvero quando due vocali identiche o molto simili si scontrano. Ad esempio, frasi come “ed è” o “ad altri” possono risultare più scorrevoli e, quindi, sono accettate. In altri casi, invece, è preferibile evitare l’uso della d eufonica, poiché può apparire forzato o ridondante (a parte casi “lessicalizzati” come ad esempio o ad oggi).

Esempio di correzione:

  • Frase originale: “Insegnante ed allievo discutevano.”
  • Correzione: “Insegnante e allievo discutevano.”

Un metodo utile è quello di rileggere le frasi ad alta voce: se l’incontro di due vocali non genera dissonanza, la d eufonica non è necessaria. Se invece il suono risulta fastidioso o innaturale, allora è consigliabile mantenerla.

Eliminazione dei doppi (tripli, quadrupli…) spazi

I doppi spazi (e peggio tripli, quadrupli…) sono un errore comune che può apparire involontariamente durante la scrittura. Possono essere causati da un battitura veloce, da errori di formattazione o dall’inserimento di spazi aggiuntivi durante modifiche al testo.

L’eliminazione dei doppi (tripli, quadrupli) spazi è una delle operazioni più semplici ma anche una delle più importanti. La presenza di doppi (e più) spazi può compromettere l’aspetto professionale di un documento e interrompere la fluidità della lettura. Durante la revisione, è opportuno utilizzare strumenti automatici o funzioni di ricerca e sostituzione per eliminare i doppi spazi.

Esempio di correzione:

  • Frase originale: “Il sole splende forte.” (esagerazione, non sono doppi spazi ma in caso contrario non sarebbe stato così visibile a schermo 🙂 )
  • Correzione: “Il sole splende forte.”

Molti programmi di scrittura, come Microsoft Word, offrono la funzione “trova e sostituisci”, che permette di cercare automaticamente i doppi spazi e sostituirli con uno solo. In alternativa, è possibile fare un controllo visivo, anche se meno efficiente.

Uniformità nelle maiuscole e minuscole

Le maiuscole vanno utilizzate all’inizio di una frase, per i nomi propri, per sigle o per termini specifici come marchi o istituzioni, mentre le minuscole sono usate per il resto del testo.

Durante la revisione, è importante fare attenzione a:

  • Inizio della frase: ogni nuova frase deve iniziare con la maiuscola.
  • Nomi propri: tutti i nomi di persona, città, istituzioni, marchi ecc. devono avere la maiuscola iniziale.
  • Sigle e acronimi: devono essere scritti in maiuscolo, salvo eccezioni particolari.
  • Titoli e intestazioni: devono seguire uno stile coerente. Ad esempio, se si decide di usare le maiuscole per tutti i titoli di sezione, questa regola va seguita in tutto il testo.

Esempio di correzione:

  • Frase originale: “abbiamo visitato roma e venezia.”
  • Correzione: “Abbiamo visitato Roma e Venezia.”

Per individuare errori di maiuscole e minuscole, puoi utilizzare strumenti di controllo ortografico o fare un controllo manuale su sezioni specifiche del testo.

Virgolette: uso corretto e uniformità

Le virgolette sono utili ed essenziali per citare parole o frasi altrui, inserire dialoghi o per enfatizzare determinate espressioni. Esistono vari tipi di virgolette, le più usate sono:

  • Virgolette alte doppie (“ ”), utilizzate principalmente per citazioni.
  • Virgolette alte singole (‘ ’), spesso usate per citazioni all’interno di altre citazioni o per indicare enfasi.
  • Virgolette basse (« »), più comuni nella tipografia italiana tradizionale per citazioni e dialoghi.

È essenziale mantenere coerenza nell’uso di un tipo di virgolette e seguire le convenzioni grammaticali. Se si inizia con le virgolette alte doppie per una citazione, bisogna utilizzarle per tutto il testo. Inoltre, bisogna verificare la corretta apertura e chiusura delle virgolette, poiché dimenticare di chiudere una citazione può confondere il lettore.

Esempio di correzione:

  • Frase originale: “Il professore ha detto “oggi faremo un esperimento””
  • Correzione: “Il professore ha detto: ‘Oggi faremo un esperimento’.”

Quando ci sono citazioni all’interno di altre citazioni, bisogna alternare virgolette alte e basse (o singole e doppie) per mantenere chiarezza. Anche in questo caso, è utile utilizzare strumenti di ricerca per trovare virgolette aperte ma non chiuse o per standardizzare l’uso di un tipo specifico di virgolette.