Il presupposto è che un testo va necessariamente riletto. E su questo non ci piove.

Però troppe riletture, o riletture fatte male, anziché migliorare il libro lo danneggiano.

Vediamo perché.


young troubled woman using laptop at home
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La rilettura è importante, ma…

L’ho già scritto e detto più volte: la rilettura è fondamentale.

Fondamentale se invii il testo a un editor o a un editore, e fondamentale se vuoi bypassare la fase dell’editing (che ti sconsiglio) e autopubblicarti.

Un testo non va mai bene dopo la prima stesura: anche se sei bravissimo e padroneggi la lingua italiana, ci sarà sempre qualcosa che non funziona. Refusi, qualche errore grammaticale, infodump (ne so qualcosa dopo che il mio ultimo romanzo è passato nelle mani dell’editor!), e così via.

Tuttavia, come avevo già affermato in un precedente articolo, spesso la rilettura danneggia il testo anziché migliorarlo.

Oggi vediamo nel dettaglio in che cosa lo danneggia e in che modo non va riletto.

Primo problema: rilettura (troppo) di fino

Si chiama “labor limae” ed è l’opera che ogni artista compie su quanto ha prodotto per affinarlo. Il poeta spagnolo Luis de León era molto noto per il suo lavoro di lima, e le sue poesie hanno una ricchezza di dettagli davvero mirabile.

Certo, rifinire i dettagli non è mai sconsigliato, ma è sconsigliato rifinirli in un certo modo. Sì, perché se quando dettagli il tuo testo inserisci troppe metafore, sinonimi sbagliati o termini arzigogolati, magari anche desueti, non sarai più di fronte a un’opera ma a un carnevale di frasi che magari non hanno nulla a che fare con il testo originale.

Anche perché spesso la ricerca dell’originalità non va di pari passo con la purezza di un testo. E con la sua pulizia. Spesso, suona strano dirlo ma è così, un testo è più pulito senza termini pesanti, ridondanze e metafore che non servono a nulla. Per non parlare di quei supposti sinonimi (in realtà la sinonimia perfetta non esiste) che indicano tutt’altro.

Una rilettura volta troppo ai dettagli, a cercare come scrivevo l’originalità (come urlare al vento: guardate come padroneggio l’italiano!), può generare un testo troppo pomposo e difficile da leggere. Anche perché magari tutti non sanno chi è un sacripante e sarebbero più felici di leggere “briccone” 😉

Secondo problema: aggiungere elementi (di troppo)

Spesso rileggendo abbiamo la tendenza ad aggiungere elementi, spesso informazioni, che sono di troppo.

In altre parole: informazioni che vanno bene, ma che alla storia o alla scena non servono e rallentano la lettura.

Ogni scena ha bisogno di un numero minimo di informazioni: quelle necessarie. Il resto, parafrasando un album musicale, è noia.

Certo, magari ti sembra che aggiungendo informazioni riesci meglio a caratterizzare un personaggio o l’ambiente, ma fidati, non è così. Anche perché spesso un personaggio viene caratterizzato più dalle sue azioni che da informazioni; e lo stesso vale per l’ambiente.

In questo caso presta particolare attenzione a ciò che aggiungi: se davvero non apporta nulla alla storia, lascia perdere.

Anche perché spesso l’informazione aggiunta potrebbe minare l’impianto narrativo. Se in una scena aggiungi che Luigi si ferma a raccogliere un fazzoletto, il lettore si chiederà il motivo. Ha importanza? Se non la ha non ha senso inserirlo, ma se l’ha dovrai rivedere tutta la progettazione della tua storia di modo da dare al fazzoletto il suo significato.

Terzo problema: soffermarsi troppo su capitoli o parti di testo

Il consiglio che danno tutti, scrittori affermati e professionisti, è di scrivere tutta la storia e poi soltanto dopo passare a lavorarci sopra.

Lo so, tendiamo a voler che la nostra storia sia perfetta subito, perciò tendiamo a fermarci più volte e a rivedere quanto scritto.

Questo, sebbene apparentemente sia giusto, non va bene.

Perché fermandoci, rivedendo, riscrivendo, rischiamo di cadere in un loop che fa dimenticare l’obiettivo: terminare la storia.

E quindi passiamo mesi chini sopra un paragrafo, un capitolo, e la storia rimane lì, ferma, ad aspettare che la riprendiamo. E magari può anche non succedere, perché cancellando e riscrivendo potremmo accorgerci che non va più bene e la lasciamo lì.

Tanto rumore per nulla, come si suol dire.

Questi sono soltanto tre dei problemi riscontrati in fase di rilettura. Ce ne sono tantissimi altri, e sono sicura che leggendo questo articolo te ne sono venuti in mente. Quando rileggi, perché va fatto, focalizzati soprattutto su errori sintattici e sull’architettura narrativa. Guarda i dettagli soltanto se indispensabili. Lascia il superfluo fuori dalla porta. E se hai difficoltà, un beta reader può sicuramente aiutarti.