Perché raccontare una storia?

Le motivazioni che ci spingono a scrivere sono diverse e soprattutto soggettive.
Raccontare qualcosa, però, non vuol dire solamente scriverla. Pensiamo a quando facciamo un resoconto agli amici dell’ultima gita fuori casa o, più semplicemente, dell’ultima serata al pub. Lo facciamo perché vogliamo condividere con loro la nostra esperienza, o anche solo perché ce lo viene chiesto.
Possiamo quindi dire che si racconta qualcosa per noi stessi e per gli altri.
Pensate ai diari segreti o ai blog personali: chi non ne ha mai avuto uno? Il diario segreto, poi, è una delle primissime fasi di scrittura. Il diario è un insieme di storie, se ben ci pensate. Io iniziai a tenerne uno quando avevo tredici anni e ho smesso quando di anni ne avevo ventiquattro.
Scrivere romanzi o racconti è scrivere per gli altri (a meno che uno non lo faccia per se stesso, ma se ha intenzione di pubblicare il manoscritto non credo sia il caso!). Questo implica alcune accortezze e numerose domande alla base.
Perché vogliamo raccontare una storia?
Perché vogliamo raccontare una storia e non un’altra?
Perché proprio questa storia?

Storie, idee e temi

In un altro articolo avevo già parlato dell’idea alla base di una storia. È il motore che la fa muovere, la prima tappa di un lungo cammino. Senza idee non possiamo andare avanti. E lo stesso vale per i temi. Non possiamo scrivere qualcosa, sopratutto se scriviamo per gli altri, senza sapere dove andiamo o senza un’idea precisa di quello che vogliamo scrivere.
Spesso non si può scrivere e basta. Quindi dobbiamo chiederci: perché vogliamo raccontare la nostra idea, il nostro tema? Vogliamo dare la nostra opinione su un argomento? O vogliamo far sentire la nostra voce in mezzo a mille altre?
Solo dopo aver scoperto il focus che sta alla base della nostra idea possiamo cominciare a scrivere.

Perché questo e non quello?

Una volta deciso di raccontare una storia, di scrivere qualcosa, dobbiamo passare allo step successivo. Perché scrivere quello anziché qualcos’altro?
Poniamo il caso di aver ben tre idee di storia: quale prediligeremo per prima? O quale sceglieremo scartando le altre?
Anche in questo caso la decisione è soggettiva: possiamo lasciar perdere la storia X perché non ricalca più quello che vogliamo trasmettere agli altri, o magari perché nel frattempo la nostra idea sull’argomento base della storia Y è mutata.

Vi sono mille altri motivi, l’importante è sapere perché vogliamo raccontare un qualcosa rispetto ad altro, il che, è logico, si allaccia al punto precedente, ossia alla nostra idea di storia.

Raccontare una storia ci fa bene…

Oltre ai motivi soggettivi, possiamo anche dire che scrivere, raccontare una storia ci fa bene. Infatti:

  1. Scrivere per narrare agli altri ci tiene costantemente in allenamento. Scrivendo per un pubblico, staremo attenti alla grammatica, alla costruzione delle frasi, cercheremo di essere chiari e di spiegare tutto in modo almeno comprensibile. Questo può non capitare, ad esempio, se scriviamo un diario personale e lo usiamo come sfogo.
  2. Scrivere amplia il nostro bagaglio culturale. Soprattutto se la storia che raccontiamo è ambientata in ambienti o epoche diverse, dovremo fare delle ricerche in tali ambiti per rischiare, al contrario, di risultare poco credibili. E la nostra cultura si arricchirà.
  3. Scrivere ci allarga gli orizzonti. Se scriviamo per gli altri possiamo essere portati a raccontare cose che, al contrario, non avevamo mai ipotizzato. Magari potremmo sperimentare nuovi generi, trovare nuovi stili… ampliando la nostra scrittura!