La lotta fra banalità e originalità non ha mai vincitori ma sempre vinti.

Come per tanti altri aspetti della scrittura creativa, non esiste LA regola ma solo buone prassi da seguire.

Ma cosa vuol dire essere originali? E banali?


Già sentito…

Una scrittura banale, lo sappiamo, è qualcosa di trito e ritrito, di già sentito, di “ma questo/a non ha fantasia?”

Per essere banali non ci vuole granché: basta attingere al padellone dei cliché e tirarne fuori una scodellata, e farcire le nostre pagine.

Così saremo tranquilli che i nostri personaggi saranno basiti di fronte a sguardi di ghiaccio, silenzi assordanti e capelli neri come la pece, e tremeranno come foglie oppure saranno tesi come corde di violino.

Un buon editor dovrebbe sempre consigliare lo scrittore di andare oltre il “già sentito”…

… ma senza esagerare.

Ossia?

L’editor avrà però più da fare quando lo scrittore, anziché sbizzarrirsi con il dizionario delle banalità, si sbizzarrisce con il dizionario… delle assurdità.

È tra i lavori più difficili per un editor, quello di capire che cosa vuol dire lo scrittore con alcune sue frasi. Spesso non si tratta soltanto di sgrammaticature e orrori sintattici, bensì funambolismi stilistici che, però, e ahimè, sono comprensibili soltanto per lo scrittore.

E all’editor non resta che scrivere a commento: “Che cosa si intende?”

Non sto parlando soltanto di paragoni e metafore che saranno originali, quello sì, ma non vogliono dire nulla, ma anche di costruzioni fraseologiche di difficile comprensione.

La sua battaglia ai giorni era difficile, e Mario trascorreva le notti in giravolte di pensieri che non gli davano tregua.

Battaglia ai giorni?? E ossia??

Giravolte di pensieri? Carina, forse, ma fa troppe giravolte, appunto!

La giusta dose

Non bisogna, quindi, né essere troppo banali né però voler essere troppo originali. In entrambi in casi questo non va bene.

La giusta dose è unire banalità e originalità costruendo qualcosa che si capisca ma che non sia troppo “già detto”.

Difficile? Forse, ma chi ha mai detto che scrivere è facile? 🙂