grammatica morfosintassi errori

Spesso sento dire che una volta che conosci le regole, disattendile.

Ecco, in scrittura creativa è sempre un piacere farlo (sì!), perché altrimenti dove starebbe la creatività?

In scrittura creativa, appunto, non in scrittura (e basta).

man sitting under a tree reading a book during night time
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La morfosintassi

Secondo Treccani, la morfosintassi è lo “studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante la combinazione di morfemi. La m. si occupa dei rapporti reciproci delle parole nella frase, come per es. nella concordanza fra nome e aggettivo (libro rosso, e non rossi o rosse), nome e verbo (il cane gioca e non il cane giocano).”

È chiaro, anche per chi non padroneggia la linguistica o comunque ha difficoltà grammaticali (che è normale e non deve spaventare ammetterlo: siamo umani e abbiamo dei limiti), che la morfosintassi, sebbene con questo nome quasi aulico, pomposo, è alla base della scrittura.

Ognuno di noi padroneggia la morfosintassi da quando ha imparato a scrivere, magari senza sapere che si chiama così.

È la base della base, diciamo.

Errori di morfosintassi possono seriamente compromettere la comprensione, e ancora prima, la lettura di un testo.

I miei genitori va al mare

Per fortuna i moderni software di scrittura, come Word e compagnia, sanno subito riconoscere molti tra gli errori di morfosintassi, e se allo scrittore o all’editor sfuggono sarà la “penna” blu di Word a ricordarglielo.

Nella frase del titolo, infatti, Word sottolinea in blu “va”.

I miei genitori va al mare è un errore morfosintattico, nello specifico un accordo sbagliato: si ha confuso la terza persona singolare con la terza persona plurale, quella corretta.

Altri esempi riguardano accordi sbagliati di aggettivi o articoli, come l’uomo era vogliosa di vendetta o la case era dipinta di bianco.

Queste frasi sono davvero semplici da correggere e bastano poche dosi di bianchetto, o qualche clic.

Che succede però se l’errore morfosintattico è contenuto in una frase complessa, con coordinate e subordinate? E se si somma ad altri errori grammaticali?

Errori di questo tipo sono spesso frutto di disattenzione, mancanza di rilettura o, peggio, di una conoscenza nulla della lingua italiana.

Non bastano pochi clic e nemmeno una piccola dose di bianchetto. Qui occorre riscrivere. E, nel caso dell’editor, capire qual era il messaggio principale fatto passare dall’autore.

A turbare la serenità di quel pomeriggio e la siesta che si concedeva sempre Mariuccia fu spezzata dallo squillo del telefono.

La frase è di per sé comprensibile (sappiamo cosa succede), ma per nulla leggibile, e grammaticalmente sbagliata. Può essere riscritta in due modi, a seconda di cosa si vuol far emergere.

A turbare la serenità di quel pomeriggio e la siesta che si concedeva sempre Mariuccia fu lo squillo del telefono (accento sul disturbo generato).

Lo squillo del telefono spezzò la serenità di quel pomeriggio e la siesta che si concedeva sempre Mariuccia (accento sul soggetto che disturba).

Per Raffaello ed Ezechiele, e anche per Olivia, Ortensia e gli altri gatti, sui loro visi si leggeva la preoccupazione: chi avrebbe dato loro da mangiare quel giorno?

Altra frase comprensibile ma grammaticalmente sbagliata (e illeggibile).

Anche in questo caso possiamo riscriverla in due modi.

Per Raffaello ed Ezechiele, e anche per Olivia, Ortensia e gli altri gatti, non sapere chi avrebbe dato loro da mangiare era fonte di preoccupazione.

Sui visi di Raffaello ed Ezechiele, e anche su quelli di Olivia, Ortensia e gli altri gatti, si leggeva la preoccupazione: chi avrebbe dato loro da mangiare quel giorno?

Errori di questo tipo, come avrai ben capito, minano una storia (o un saggio, o un manuale) nelle sue fondamenta. Pensa a un testo di duecento, trecento pagine così: illeggibile. Per prima cosa, quindi, occorre un bel (e lungo) lavoro di correzione. Certo, si ha sempre fretta di pubblicare o di inviare il testo all’editor, all’editore o all’agente, ma, come non mi stancherò mai di ripetere, prima bisogna rileggere, rileggere e rileggere.