Da ghost, fantasma, e writer, scrittore, emerge una professione vecchia ormai di anni ma, come si suole dire, sempre attuale.
Una professione spesso malpagata in rapporto al lavoro che occorre fare. E, sempre più spesso, lo scrittore-ombra rischia di essere anche dimenticato.


halloween drawings on a table
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Scrivere per altri

Il ghost writer scrive per altri autori, famosi e meno famosi, occupandosi prevalentemente di non-fiction: ossia testi come autobiografie, biografie, manualistica e saggistica. Succede, talvolta (ma è raro), che scriva narrativa. Alcuni criticano quest’ultimo aspetto: come può uno scrittore-ombra produrre narrativa estrapolando il mondo che lo scrittore-vero ha in testa, senza per forza di cose falsarlo con la sua visione del mondo?

La critica non è gettata lì a caso e comporta spesso vivaci dibattiti (soprattutto su gruppi social, dove, come ormai ben sai, tutti possono dire la loro e senza magari nessuna solida base cui appoggiarsi).

Non è comunque lo scopo di questo articolo, che verterà invece su quella che definisco, per esperienza personale, la scarsa considerazione del lavoro del ghost writer.

Ebbene sì: a parte il compenso, che spesso è davvero irrisorio se paragonato al lavoro svolto, c’è anche un mancato riconoscimento del lavoro del ghost writer.

Mi spiego meglio, perché sento già i commenti provenire al di là dello schermo: che riconoscimento occorre dargli? In fondo, è pagato per scrivere per altri, mica deve poi pretendere eventuali “paternità” sul testo!

Mi spiego meglio, appunto.

Testi-ombra-fantasma dimenticati

Per fortuna, in retrospettiva, mi sono occupata poco di ghost writing. Ma tutte le volte, qualcosa è andato storto. Inserirò qui tre case studies, come vengono chiamati ora; semplici esempi tratti dalla mia esperienza (ma non per questo veri al cento percento: occorre ovviamente generalizzare ed estremizzare per capire il problema).

Quello che hai scritto non è la visione che avevo io

Succede (nei casi estremi di manualistica o di manualistica in cui, forse, al ghost writer viene data troppa carta bianca) che quanto prodotto non sia ciò che voleva l’autore. Magari è l’impostazione del ghost writer a essere sbagliata (nel senso di piano capitoli o piano argomenti), ma a volte succede che il ghost writer debba scrivere di qualcosa che non conosce… perché semplicemente non esiste.

Vorrei un libro di x pagine su come settare il mindset per avere maggiore successo nella vita e negli affari.

Poniamo che questa sia la richiesta del committente. Già di per sé è davvero generica e il nostro ghost writer dovrà farsi una bella scorpacciata di testi su crescita personale, coaching, psicologia positiva e via dicendo.

Ma… se tutto quello che ha cercato non andasse bene perché il committente aveva già un’idea in mente, una sua idea di come settare il mindset; sua idea nel senso che se l’è creata lui, per una via o per un’altra?

Il testo che produrrà il ghost writer sarà forzatamente errato, perché non in linea con la visione del committente.

Il che mi porta a dire: se hai una tua visione di mindset vincente, che, dalla richiesta generica, non mi hai detto, come potrò scrivere un libro che soltanto si avvicini a quanto vuoi, a meno di non avere doti telepatiche?

A cosa serve il ghost writer, in questo caso?

Quello che hai scritto mi piace, ma lo riscriverò

I motivi sono tanti per cui l’autore, dopo aver ricevuto il testo del ghost writer, e dopo averlo apprezzato, decida di scartarlo per riscriverlo.

Questo, se ben ci pensi, ha poco senso: perché pagare per avere un testo pronto, che comunque ti piace, e poi scartarlo per riscriverne uno di tuo pugno? Non potevi farlo subito (e avresti risparmiato tempo e denaro)?

Occorrerebbe un’analisi psicologica del soggetto in questione, di cui però non ho competenze e che non tratterò.

Certo è che, anche se vieni pagato, è sempre triste vedere il frutto del tuo lavoro accantonato per ragioni che nemmeno tu hai mai capito (e temo non capirai mai). Anche se hai scritto un testo che pubblicherà un’altra persona, e anche se hai ricevuto un compenso, il tuo lavoro sarà comunque scartato. Quando succede, non fa piacere. È come se il nostro lavoro di ghost writer, alla fine, non sia andato bene.

Quello che hai scritto mi piace, ma ho le mie regole

Questo case study è davvero divertente: scrivere un testo per un committente che poi, come nell’altro caso, lo andrà a riscrivere, stravolgendo anche il testo, chiamiamolo così ghost writer made.

Anche qui è necessaria una spiegazione, perché la differenza, seppur sottile, c’è. Nel secondo esempio, il committente riscrive il testo del ghost writer mantenendo però la stessa impostazione di capitoli, di argomenti; e se si tratta di un raro caso di narrativa, anche la stessa trama e lo stesso intreccio. Un modo, forse, per usare la carota con il ghost writer, dopo averlo bastonato?

In questo terzo caso, invece, la riscrittura del committente produce qualcosa di enormemente diverso; con regole sue, appunto. Il lavoro del ghost writer viene ancor più messo in disparte, o per meglio dire stracciato, bruciato e gettato via insieme al resto della cenere.

Conclusioni

Ho voluto fare questo post-sfogo, di quelli che piacciono a me, per non soltanto affrontare un aspetto del ghost writing che a volte viene tralasciato, ma anche per incentivare i committenti a ragionare meglio quando cercano un lavoro scritto da terzi.

Purtroppo casi come questi esistono, sono capitati a me e ad altre persone che conosco, e ancora mi domando il motivo: se mi paghi per un lavoro di ghost writing, e magari (si spera), ci investi anche tanti soldini, perché poi non va bene e lo stravolgi? Se mi segui da un po’ sai che io sono ingenuotta in queste cose, vedo poche sfumature; in pratica sono molto terra-terra. Sono aspetti che non concepisco e, anzi, se hai voglia di dirmi la tua, magari mandandomi a quel paese (gentilmente e costruttivamente), sarò ben lieta di ascoltarti.

editing di un libro