self-publishing italiano

Conosciamo gli autori attraverso le loro parole.

Quale modo migliore per conoscere un autore di lasciare che sia lui a raccontarsi?

È quello che cerco di fare nelle mie interviste, e anche oggi lascerò la parola ad Antonio Rispoli, autore di diversi racconti di avventura per ragazzi.

Buona lettura.

Ciao e grazie per aver acconsentito a questa intervista. Parlaci di te: chi sei? Cosa fai nella vita?


Ciao, Emanuela! Innanzitutto vorrei ringraziarti per la possibilità che mi stai dando. Sei stata molto gentile e disponibile. Poi, su di me, ti posso dire che: sono una persona semplice, un sognatore, che tenta di inseguire il suo sogno, approfittando del fatto che sono disoccupato.

Com’è nata la passione per la scrittura?

È nata per caso. Un giorno, come tanti, immaginai una storia e volli scriverla. Scrivendo, scrivendo, notai che i miei scritti riscuotevano un discreto successo e, anche invogliato dalla mia ormai ex e dalla mia famiglia, decisi di continuare. Anche perché il mettere per iscritto le mie fantasie cominciò a piacermi.

Qual è il primissimo racconto o romanzo che hai scritto?

La prima cosa che ho scritta è stata un libro, “Dominic Brave” che, paradossalmente, è stato anche l’ultimo che ho pubblicato.

Chi sono le tue “muse”? A quali grandi autori ti ispiri?

 A dire il vero io non ho una vera e propria musa. Quando mi scatta la scintilla, mi metto e scrivo. A volte bastano anche cose piccolissime. Invece per quanto riguarda gli autori, in verità, non me ne vogliano i “miei colleghi”, ma non m’ispira nessuno. Raccolgo volentieri la loro conoscenza e il loro modo di scrivere, ma non m’ispiro a nessuno.

Molti dei tuoi racconti sono ambientati nel passato. Ci spieghi i motivi della tua scelta?

Non c’è un vero e proprio motivo. Diciamo che tali racconti, a mio modesto parere, avrebbero reso di più in quei contesti; oltre che a semplificarmi molto il lavoro.

Descrivi in tre aggettivi i tuoi racconti e perché dovrebbero interessare ai lettori.

Questa è tosta! (Ride n.b.) Direi: semplici, fluidi e piacevoli.
I miei libri, come ho appena detto sono semplici, così che tutti, dal più grande al più piccolo, possano goderne. In generale, chiedo una sola cosa ai miei lettori, di lasciarsi trascinare in quel mondo fantastico chiamato fantasia.

 Casa editrice o self-publishing?

Guarda, io le ho provate entrambe e posso dire che sono ottime. Certo, come in tutte le cose si può sempre migliorare. Per esempio: il self è ottimo per quegli autori, che non avendo un nome, nonostante siano di talento, non vengono notati dalle CE. E purtroppo, per quanto sia sgradevole, ancora oggi succede spesso. Invece per la pubblicità, le CE, sono molto più avanti e l’autore è anche meno stressato nella promozione. Insomma, a mio modesto parere, qualsiasi cosa gli autori scelgano, trovano tanta professionalità e competenza.
Scusa se mi sono dilungato. (Sorride n.b.)

 Qual è la più grande soddisfazione dell’essere un autore?

In realtà ne sono tante, ma quella più grande, senza alcun dubbio è quella d’inventarsi una storia e vederla pubblicata. Sapere che tanti sconosciuti possano leggere e apprezzare il tuo lavoro, è fantastico!

 Ci racconti qualche aneddoto relativo alla stesura dei tuoi libri?

Quando dovevo scrivere il mio secondo libro, mi misi sul letto e incominciai a pensare a una storia. A un tratto, in tv, fecero la pubblicità di un cartone animato e da lì ricordai un vecchio cartone giapponese. Poi, cominciai a fantasticare sul protagonista e, in men che non si dica, avevo la base per il mio secondo racconto.

Progetti per il futuro? Qualche romanzo nel cassetto di cui vuoi anticiparci qualcosa?


Devo finire di scrivere un libro che, per diversi motivi, ho messo in stand by. Questo libro, a differenza di quelli precedenti, è ambientato nel futuro, con diversi colpi di scena e scene d’azione. Purtroppo, non posso dirti altro, perché ho il brutto vizio di cambiare idea in corso d’opera e, quindi, alla fine, il risultato finale è una sorpresa anche per me.