Come nasce un racconto?
Ce ne parlano Cornelia Longo e Matteo Parlagreco, autori della raccolta “Recto Verso – L’armonia degli Opposti”, e Mathew, l’illustratore.
Ciao e grazie per aver acconsentito a questa intervista. Innanzitutto voglio sapere qualcosa in più di voi. Chi siete? Che cosa fate nella vita?
Matteo: Ciao, Emanuela, grazie a te per il tempo che ci dedichi. Io mi chiamo Matteo, ho ventun anni e lavoro per un centro revisioni auto. Ho studiato cinque anni all’Istituto Tecnico Industriale Statale di Asti, dove mi sono diplomato come perito elettrotecnico nel luglio 2014.
Il mio tempo libero mi piace impegnarlo leggendo, scrivendo o guardando serie tv. Inoltre amo sciare e appena ho un week end libero cerco sempre di andare in montagna per passare una giornata sulla neve.
Mathew: Ciao, sono Mat e nella vita cerco di fare il pittore, insomma di vivere della mia arte.
Cornelia: Buongiorno, lettori, e ciao, cara Emanuela. Mi chiamo Cornelia e se dovessi descrivermi con tre parole userei: solare, golosa e determinata! Amo gli animali, specialmente i cani. Sono un’appassionata di cinema e serie tv, ma la scrittura occupa i miei sogni e i miei ricordi dall’età di otto anni, quando cominciai a scrivere il primo romanzo fantasy.
Attualmente lavoro part-time in un negozio artigianale di cornici; condizione favorevole per potermi dedicare quotidianamente ai miei libri.
Com’è nata l’idea del progetto “Recto Verso”?
Cornelia e Mathew: Il progetto nacque un giorno di fine estate, nel dehors di un bar, davanti a un drink. Da amici di lunga data e compagni di liceo entrambi eravamo interessati a lavorare insieme a un libro illustrato, intrecciando così le due passioni che muovono i nostri sogni.
Come spesso accade, da un’idea platonica gettammo le basi del progetto che, però, forse non pronti lasciammo naufragare per oltre un anno. Finché non arrivò Matteo, anche lui aspirante scrittore e amante della lettura.
Così, tra un pomeriggio in compagnia e l’altro il progetto tornò a galla e riprendemmo il controllo del timone, più determinati e grintosi. Iniziò così la stesura del libro, accompagnato da incontri e scadenze ben definite.
Perché una raccolta di racconti?
Cornelia: Come un sarto adatta l’abito al corpo, noi abbiamo fatto lo stesso: ci siamo cuciti addosso un progetto che permettesse a ognuno di noi la massima espressione artistica.
Una raccolta di racconti si è presto dimostrata la scelta più efficace per lasciare largo respiro d’interpretazione a tutti e tre, spaziando su diversi generi.
Tutti i racconti sono suddivisi per coppie. Potete spiegarmi meglio questa idea e che cosa c’è alla base?
Matteo: Alla base ci sono gli opposti: l’idea che ogni cosa esistente ha per natura la sua contrapposizione. Dalla matematica alle leggi dell’universo, dalla materia alla teoria del colore, addirittura i sentimenti umani.
Questo equilibrio ha dato vita alle dodici storie che abbiamo voluto raccontare.
Ogni racconto è accompagnato da un’illustrazione. Perché avete deciso di affiancare il testo a un’immagine?
Mathew: Abbiamo voluto sfruttare l’arte del tratto e del colore con quella letteraria per enfatizzare il coinvolgimento del lettore.
Per mostrare, oltre che raccontare.
Su quali basi avete scelto le illustrazioni?
Mathew: Ho letto e riletto racconto per racconto, cercando l’attimo più suggestivo, più evocativo e più immediato per rafforzare il sentimento trasmesso dal testo al lettore.
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura dei racconti?
Cornelia: Per quanto mi riguarda, l’aspetto più difficoltoso nella stesura dei racconti è stato il raccoglimento della documentazione storica/geografica. Quindi, in particolar modo, per i racconti della Vergine, dell’Angelo e del Mare.
Un’attenta preparazione culturale, che precede la costruzione di un racconto (breve o lungo che sia) è fondamentale se si vogliono ricreare delle ambientazioni, dei personaggi e delle trame credibili e convincenti.
Ciò richiede tempo, concentrazione e predisposizione allo studio, per questo ritengo sia il passaggio più complesso.
Matteo: Personalmente trovo che la parte più difficile dello scrivere (che sia un romanzo o un racconto), sia riuscire a far quadrare tutto, a rendere la storia credibile, il più lineare e semplice possibile mantenendo, allo stesso tempo, quel pizzico di mistero e suspense per non far calare mai l’attenzione del lettore.
Non sempre sapevo come sarebbero finiti i miei racconti; avevo una linea guida da seguire, ma la maggior parte della storia veniva di getto, scrivendo.
Era sempre un salto nel vuoto: scrivevo parti senza sapere se alla fine i tasselli del puzzle avrebbero combaciato.
Eppure credo che non ci sia sensazione più bella di quella che ho provato quando tutte le idee che mi frullavano in testa, di colpo, come per magia, si intrecciavano alle altre.
Mathew: Qualunque difficoltà penso che sia stata fronteggiata dall’abilità dei miei colleghi.
Un aneddoto sulla stesura dei racconti?
Matteo: Una delle coppie di questo libro, inizialmente doveva essere “Padre” e “Madre”. Per la stesura avevamo pensato di fare in modo differente rispetto al solito: volevamo raccontare la storia della stessa famiglia vista da due punti di vista, quelli dei genitori per l’appunto.
Inizialmente l’idea sembrava grandiosa, ma poi (esattamente due pagine e mezzo di bozza dopo) ci siamo resi conto che i nostri stili di scrittura, per fortuna o per sfortuna, erano troppo differenti, così come le nostre idee a proposito.
Questo ci ha portato ad accantonare (momentaneamente) la coppia e a inserire al suo posto “Passato” e “Futuro”.
L’idea di scrivere un racconto visto da due prospettiva diverse, però, continua a interessarci; chissà che non lo leggerete nel prossimo volume del libro.
Mathew: Un aneddoto sulle illustrazioni, se così si può definire, più una curiosità: ho creato dei cammei all’interno delle illustrazioni, per celebrare alcuni dei miei maestri d’arte.
Cornelia: Il mio collega Mathew, dopo la prima lettura di un mio racconto (che non nominerò per evitare spoiler), cercò di convincermi più volte a cambiare il finale.
Ancora oggi non ha perdonato il mio buon cuore e il lieto fine!
Il racconto che vi ha entusiasmati di più e quello che vi piace meno?
Mathew: A livello narrativo l’avventura di Mare e, come ultimo, il racconto del Perdono.
A livello illustrativo la Prostituta, a cui sono molto legato e mi emoziona perché amo la modella che ha posato per me. Come ultima illustrazione, invece, posizionerei quella della Libertà.
Cornelia: Prendendo in considerazione i miei sei racconti, innalzerei al gradino più alto “Il richiamo nella nebbia”, poiché ho potuto dare sfogo all’estro senza impormi un limite di pagine. Inoltre, ho inserito tra i personaggi due figure speciali che fanno parte della sfera della realtà, e che ho voluto omaggiare.
Mentre al gradino più basso terrei “Favola moderna”, il quale era frutto di un vecchio concorso letterario ormai archiviato. Al momento del recupero del file e delle modifiche mi accorsi che mi stavo complicando la vita e che non sarebbe mai venuto come volevo io (essendo molto severa con me stessa), ma non mi arresi e lo portai a termine.
Matteo: Domanda difficile, almeno per quanto riguarda il mio racconto preferito. Partiamo da quello che mi piace meno: la “Prigionia”. Credo sia stato il racconto che ho ritoccato più volte, senza un risultato (a parer mio) che mi soddisfacesse in tutto e per tutto.
Il problema in questo caso erano le fonti; non essendo un racconto ambientato in un posto inventato, avevo delle regole da seguire, dovevo informarmi e capire come funziona una prigione. Il che, devo dirlo, non è stato per niente facile. Le informazioni erano tante, ma tutte poco chiare o contraddittorie (probabilmente perché ogni carcere ha un proprio protocollo sulla gestione dei detenuti).
In ogni caso, quale che fosse la motivazione, c’era sempre qualcosa che non quadrava o che non fosse credibile.
Sul mio preferito, invece, non saprei proprio dire. Credo che quelli che mi hanno entusiasmato di più siano “Passato” e “Demone”. Per il primo è stato divertente inventare armi, marchingegni e armature e dare loro un nome, è stato il racconto in cui ho avuto più libertà di movimento e ho potuto sbizzarrire la mia fantasia. Il secondo invece mi ha fatto scoprire cose affascinanti sul passato del Giappone, è stato un piacevole arricchimento culturale.
Avete progetti per il futuro che volete condividere con i lettori?
Matteo: Personalmente mi sto cimentando nella stesura di un nuovo romanzo thriller tutto mio, spero che possiate vederlo presto in libreria.
Cornelia:Da oltre due anni sto scrivendo il primo capitolo della mia dilogia high fantasy a cui sono molto affezionata. Attualmente lo sto rileggendo per poi affrontare l’editing insieme alla fidata Emanuela. Spero di poterlo pubblicare entro settembre!
Mathew:Non escludiamo la possibilità di un secondo volume di Recto-Verso. Restate aggiornati!
Da parte di tutti ringraziamo Emanuela per averci ospitato nel suo blog e di averci fatto questa piacevole intervista.
E grazie a tutti voi lettori!
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Gli autori
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