Impaginare un cartaceo: i primi passi

Impaginare un cartaceo non è così semplice come sembra a prima vista.

Devi tenere a mente alcune accortezze e seguire alcune regole; in caso contrario rischi di fare un pasticcio — o un lavoro poco accurato.

In questo articolo ti elencherò i primissimi passi da fare per impaginare il cartaceo del tuo libro.


Impaginare un cartaceo: cosa c’è da sapere

Per prima cosa, devi sapere che per impaginare il cartaceo del tuo libro puoi tranquillamente anche usare Microsoft Word o software simile, anche se se vuoi un lavoro più accurato ti consiglio programmi più professionali come Quark Xpress o Adobe Indesign.

Comunque, se la tua scelta è orientata al caro Word, ti anticipo già alcuni articoli che potrebbero esserti utili (questo e questo, ad esempio).

Quale che sia la tua decisione, per prima cosa devi considerare alcuni aspetti… diciamo a monte… per una corretta impaginazione.

editing

Il formato

La primissima cosa da scegliere riguarda il formato del tuo libro.

Bada bene che non è scontato. Circa l’ebook c’è poco da fare, poiché il libro sarà formattato automaticamente dal tuo e-reader e quindi non considera differenze tra A5 o A4.

Per quanto riguarda il cartaceo, invece, devi scegliere il formato che preferisci o che sarà più adatto per il tuo libro.

In genere quasi tutti i cartacei sono nel formato A5 (14,8 cm x 21 cm), ma se ti fai un giro in libreria vedrai come ne esistono tantissimi altri: più grandi o più piccoli. Manuali e saggi, ad esempio, sono spesso in un formato più grande e largo, come anche i libri per bambini. Tanti romanzi, soprattutto se in seconde o terze edizioni, sono stampati su formati più piccoli (mi ricordo i Super Pocket, ad esempio).

Qualche consiglio: se il tuo libro è corto, magari sotto le cento pagine, è meglio usare un formato più piccolo dell’A5 per evitare che venga stampato troppo sottile. Al contrario, per libri più voluminosi puoi anche scegliere un formato superiore all’A5, anche solo un 15 cm X 23 cm — la differenza è minima, ma stampato ti fa recuperare un po’ di pagine.

Qualsiasi piattaforma self-publishing mette a disposizione svariati formati di impaginazione: Youcanprint e KDP sono quelle che ne hanno di più.

Brossura, cartonato, punto metallico?

Torna in libreria e dà un’occhiata alle copertine dei libri.

Noterai come alcuni l’abbiano rigida, altri morbida, alcuni addirittura hanno la stessa carta delle pagine interne.

Purtroppo tante piattaforme di self-publishing non offrono la cartonatura ma solamente la brossura.

In ogni caso, se decidessi di affidarti a una tipografia per la stampa del tuo libro, questo è un aspetto da valutare.

Un libro cartonato ha la copertina rigida, come quasi tutti i romanzi in prima edizione. Questo tipo di stampa viene anche chiamato filo refe, perché le pagine vengono cucite tra loro e incollate al dorso della copertina.

Cartonato senza sovraccoperta

Il cartonato è spessissimo presente con sovraccoperta, ossia con una copertina sottile sopra il cartone, che si può togliere.

Cartonato con sovraccoperta

Per fare alcuni esempi, quasi tutti i libri della Newton Compton sono cartonati senza sovraccoperta, con la stampa direttamente sul cartone, mentre quelli della Mondadori hanno la sovraccoperta.

Ilmiolibro è una delle poche piattaforme self-publishing che prevede la possibilità di stampare un cartonato con o senza sovraccoperta. Possibilità che dà anche Youcanprint!

Il libro in brossura è quello più frequente tra gli autopubblicati e quelli delle case editrici medio-piccole — ha anche minori costi di stampa, ma, poiché le pagine non sono legate con il filo refe ma solo incollate, c’è più il rischio che si stacchino, soprattutto se la stampa è stata di cattiva qualità.

Libro in brossura

Casi rari, ma a volte ne vedo in giro, di libri rilegati con il punto metallico.

Rilegatura con punto metallico

Di solito questo tipo di rilegatura (le pagine sono attaccate le une alle altre con due punti metallici simili alle graffette) riguarda cataloghi o libri davvero molto corti.

Il font

Merita una scelta ponderata la decisione del font da usare; ossia del carattere con cui sarà scritto il libro.

In genere, i romanzi hanno tipi di font chiamati con grazie, come Book Antiqua o Garamond, mentre saggi, manuali o libri per bambini prediligono font senza grazie (Arial, Calibri, Tittilium…).

https://www.usabile.it/152002.htm

Raramente, anche se è la scelta più ovvia, viene usato il Times New Roman: troppo stretto e stampato rende maluccio.

Consiglio: usa font non troppo arzigogolati (Monotype Corsiva, ad esempio, ma ce ne sono altri ancora più “arabeggianti”) per i testi, perché rendono difficile la lettura. Invece per i titoli dei capitoli puoi anche sbizzarrirti un po’ di più.

Esempio di font calligrafici (https://www.pinterest.it/pin/30258628720959135/?lp=true)

Margini e immagini

Attenzione ai margini!

Se troppo larghi rischi che il testo vada fuori l’area di stampa e venga tagliato — anche se piattaforme come KDP ti avvertono in fase di controllo e bloccano la pubblicazione finché non risolvi i problemi.

https://www.formaxprinting.com/blog/2013/03/book-printing-lingo-what-are-the-margins-of-a-book/

Un corretto uso dei margini è quello dell’esempio qui sopra: tali da lasciare spazio e aria al testo sia ai lati sia sopra e sotto.

Suggerimento: se stampi con rilegatura cartonata ricordati di allargare i margini interni per una migliore lettura — in questo caso un margine interno troppo stretto impedirebbe di leggere bene le ultime parole, visto che il filo refe rende le pagine più “rigide”.

Stessa cosa per le immagini: non devono superare l’area di stampa, senno saranno tagliate. Inoltre ricordati sempre di usare immagini ad alta risoluzione: se è bassa (ad esempio a 72 DPI), rischi che venga stampata sgranata e a bassa qualità.

Pagine vuote e non numerate

Last but not least: le pagine vuote.

Apri un qualsiasi libro e dimmi se vedi pagine vuote e non numerate: la risposta è sì.

E non è un errore: le norme tipografiche impongono la presenza di pagine vuote e non numerate.

Vediamo quali sono.

Pagine vuote

Prima del frontespizio sono sempre presenti due pagine vuote, che un tempo servivano a protezione del libro (le cosiddette “pagine di guardia”) e ora sono rimaste a uso consuetudinario. Stessa cosa a fine libro.

Raramente i libri iniziano direttamente con il frontespizio, e raramente finiscono con l’indice o con il capitolo conclusivo.

Inoltre alcune pagine vuote andrebbero posizionate qua e là per il libro per dare “aria” al testo: ad esempio dopo il frontespizio in assenza di dedica, e a fine libro prima dell’indice. Il primissimo capitolo andrebbe sempre a destra, e se così non è inserisci una pagina vuota prima affinché il capitolo parta a destra e non a sinistra — in molti libri i capitoli iniziano tutti a destra, e quindi se necessario viene messa una pagina vuota per separazione.

Pagine non numerate

Alcune pagine non vanno numerate. Mai.

Trattasi di quelle vuote di cui ho parlato prima, del frontespizio, del colophon, della dedica, delle pagine con occhiello (esempio: parte prima, parte seconda…).

Va da sé che nel momento in cui inserisci i numeri di pagina dovrai conteggiare anche quelle in cui non li metterai (con software come Xpress è più immediato, con Word c’è da lavorarci un poco sopra.)