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Apologia (s)corretta della società.

Da leggere. E basta.

La trama

Salve, sono un fradicio uomo nudo in questa poco spettabile, spettrale platea d’umani frivoli e sognatori, ipocriti spettatori…
Chi è il commediante? Un uomo stanco e affaticato, forse, che trascorre le sue pigre, (in)dolenti giornate a rimestare nei pensieri buffi delle sue infinite amarezze. Sbeffeggiando il mondo con altezzosa “nobiltà” d’animo esausto eppur non abbattuto, cosciente che la caudina, cagnesca società giammai cambierà e sempre opprimerà le purezze nate libere dalla coercizione di massa.
Egli “discute” con le sue ombre e si rammarica nello “specchio” delle sue ansie, planando schietto sulla laguna mostruosa d’un mondo falso e tristemente manicheo, un man on the moon dalla soave buffoneria che possiede fortemente e indomito il dono dell’ironica saggezza e della sua interiore, primigenia, intoccabile bellezza.
“Guaisce”, starnazza, i p(r)es(s)anti bocconi deglutisce e incassa colpo su colpo il suo “gobbo”, apostrofando il prossimo con sincera sfacciataggine ed eloquio forbito dal “taglio” aristocratico e “bassamente” elevato.
Egli è il commediante.

La recensione

Di Falotico ho avuto già modo di parlare, nella recensione de “Fantasmi Principeschi“.

Già allora, quello che mi aveva colpito di questo autore era lo stile graffiante e pieno di (poco) velate critiche e ironie.

Stefano è tornato, quest’anno, con un nuovo libro, “Il commediante”, una (s)velata critica alla società caotica e disordinata in cui viviamo, affidata alla voce fuori del coro del commediante.

Ma chi è, il commediante?

Questa figura che sembra aleggiare tra noi, che gravita sulle nostre teste e sembra indicarci e irriderci e ridere delle nostre sventure.

Un uomo stanco, forse, un uomo intelligente, questo sì, che pare avere capito tutto prima di noi.

“Il commediante” è un’apologia dei vizi (tanti) e delle virtù (ce ne sono?) di ognuno di noi.

Stefano non perde tempo in frivolezze, epiteti barocchi e diatribe arabeggianti: i suoi piatti sono grezzi, ma buoni. Le sue bevande acide, ma dissetanti.

La scrittura è magistrale: giochi di parole, frasi che si rincorrono, eufonie e cacofonie, e lui, il commediante, è lì, in mezzo a loro, come un buon burattinaio muove i fili delle sue marionette di cartapesta.

Bellissimi i continui rimandi alla cinematografia e ai film con De Niro.

Insomma, “Il commediante” è il libro che manca nelle vostre biblioteche: un libro cattivo, graffiante, (se)vero.

Se cercate una scrittura cruda ma ricca, contenuti pepati e speziati, questo è il libro che fa per voi.

Ma non vi lamentate se, poi, il cibo vi risale lungo l’esofago.

I libri di Stefano sono così: buoni solo per chi li sa apprezzare (e gustare).

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