Impaginare un cartaceo:
4 suggerimenti da seguire (assolutamente)

Impaginare un cartaceo, ci tengo sempre a sottolinearlo, non è così semplice e immediato come sembra: ci sono tante accortezze da seguire, e se non lo fai rischi di avere un prodotto di bassa qualità.

In questo articolo voglio darti quattro suggerimenti per migliorare la grafica del tuo impaginato affinché il tuo libro sia davvero perfetto… come quelli di grandi case editrici.


4 suggerimenti per un impaginato perfetto

Ho già scritto numerosi articoli sull’impaginazione, e ti invito a leggerli spulciando sul mio blog (l’ultimo in ordine di tempo riguarda le basi).

In questa guida ho trovato per te quattro suggerimenti da seguire assolutamente e far così bella figura con il lettore.

Sono minuzie e riguardano prettamente la grafica, però tenerne conto fa la differenza tra un libro “amatoriale” e uno “professionale”.

Vediamoli subito.

editing

Evita le righe vedove

In poche e semplici parole, le righe vedove sono le prime righe di un paragrafo che stanno a fine pagina, mentre il resto del testo finisce in quella successiva.

Una foto a mo’ di esempio per schiarirti le idee.

righe vedove
Esempio di riga vedova.

In questo caso la prima riga del nuovo paragrafo è a fondo pagina, ma il resto finirà nella successiva.

Davvero bruttino da vedere, anche se, come scoprirai continuando la lettura, c’è di peggio.

Per evitare una o più righe vedove devi fare in modo che il paragrafo inizi tutto nella medesima pagina, oppure che sia distribuito equamente fra le due pagine, come, sempre nell’immagine, il paragrafo a fine pagina 142 e inizio 143 (due righe nella 142 e due nella 143).

Puoi giocare sugli accapo oppure sulla spaziatura tra i caratteri degli altri paragrafi: riducendola o aumentandola puoi far sì che siano più corti o più lunghi, e la loro lunghezza influenzerà anche la disposizione degli altri.

Tornando all’esempio dell’immagine, si potrebbe ridurre lo spazio tra i caratteri del paragrafo precedente alla riga vedova, così da recuperare una riga e ripartire il paragrafo “incriminato” in modo migliore.

Evita le righe orfane

Al contrario delle righe vedove, quelle orfane sono le ultime righe di un paragrafo che finiscono nella pagina successiva.

Ecco un esempio:

righe orfane
Esempio di una riga orfana

L’ultima riga del paragrafo finale di pagina 142 finisce a pagina 143: un orrore, lasciamelo dire.

Anche in questo caso devi usare gli accapo o le spaziature tra i caratteri.

Per evitare quella fastidiosa riga orfana, si può allargare la spaziatura tra i caratteri di qualche paragrafo di pagina 142, così da occupare una riga in più e distribuire equamente l’ultimo paragrafo tra la pagina 142 e 143.

Evita i mozzini

L’incubo di ogni impaginatore: il mozzino.

Ossia la sillaba finale di una parola che decide, chissà perché, di posizionarsi tutta da sola in una riga.

mozzino
Esempio di mozzino

Davvero antiestetico e antipatico da vedere.

In genere i mozzini capitano perché ci sono le sillabazioni attive (ossia il testo va a capo con la lineetta a dividerlo, come ci hanno insegnato dalle elementari), però toglierle non è corretto.

Anche qui devi usare la spaziatura tra caratteri, e nello specifico ridurla, così che il mozzino sparisca e la parola non sia più sillabata ma rimanga in un’unica riga.

Se non riesci a ridurre lo spazio tra i caratteri (perché ridurlo troppo vuol dire avere lettere troppo strette e difficili da leggere), puoi anche tentare l’inverso: aumentare lo spazio di modo che a capo non vada solo il mozzino ma anche qualche altra parola.

Evita troppi spazi tra una parola e l’altra

Talvolta capita che le parole siano distanziate troppe le une dalle altre, e non perché hai dato uno spazio in più con la tastiera, ma perché c’è qualcosa che non va nell’impaginazione (con Word succede spesso, soprattutto con il giustificato).

eccessiva spaziatura tra una parola e l'altra
Esempio di parole troppo distanziate l’una dall’altra

Anche queste, odiose da vedere.

Di solito io tento sempre di ridurre lo spazio tra i caratteri per risolvere il problema, evidenziando la sola riga incriminata e non tutto il paragrafo, e devo dire che spesso risolvo il problema.

Purtroppo con il giustificato questi inconvenienti capitano e occorre starvi sopra per risolverli, anche a costo di dannarsi, però meglio lavorarci su un’oretta in più che avere questi inestetismi.

Nella pratica…

So cosa ti stai chiedendo.

Okay, Emanuela, mi hai spiegato come risolvere questi problemi. Ma in pratica come faccio? Dove sbatto la testa?

Per impaginare io uso Quark Xpress e lì ridurre gli spazi è semplice, c’è la casella apposita; meno immediato (che strano!) lo è con Microsoft Word.

In questo caso dovresti farti un giro nella finestra “Paragrafo” e andare a spuntare (o no) alcune caselle.

Distribuzione testo

Quello che interessa a te è soprattutto la voce Impaginazione: qui puoi selezionare o meno alcune voci, e il testo si dovrebbe sistemare in modo automatico (uso il condizionale perché con Word spesso è un terno al lotto).

Cliccando su “Controlla righe isolate” dovresti proprio evitare le vedove e le orfane, perché Word le unirebbe in uno o nell’altro paragrafo, evitando quindi gli inestetismi.

Per “Mantieni con il successivo” si intende mantenere vicini due paragrafi ed evitare che finiscono uno su una pagina e uno su un’altra. Utile ad esempio per evitare che il titolo sia in una pagina e il paragrafo in quella dopo.

Per “Mantieni assieme le righe”, invece, si intende evitare che un paragrafo non venga suddiviso in due pagine.

Attenzione, però: in questi due casi corri il rischio che una o più frasi, o addirittura il paragrafo, finiscano nella pagina accanto, e che nella precedente rimanga un vuoto praticamente impossibile da colmare (so per esperienza con l’impaginazione della tesi).

Per modificare la spaziatura tra i caratteri, invece, devi usare la finestra “Carattere”.

In questo caso puoi giocare sulle proporzioni oppure usare una spaziatura ridotta o espansa e inserire anche di quanti punti la vuoi.