Ogni tanto mi diverto a forzare ai limiti estremi Microsoft Word. Giusto per capire fino a che punto una macchina può sostituire l’uomo.

Oggi mi sono posta la domanda: il correttore di Word fino a dove può spingersi? E il suo amico, nonché valido aiutante, Trova e Sostituisci?


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Correttore grammaticale: utile, ma…

In un precedente articolo ti ho parlato del correttore grammaticale di Word. Abbiamo visto che questo strumento è molto utile per una correzione veloce di refusi ed errori, ma scavando più nel profondo sono molte le lacune.

Ad esempio: i tempi verbali.

A meno di errori di coniugazione (ossia, una parola coniugata male, creddi al posto di credetti, del tipo), o un indicativo al posto del congiuntivo e viceversa (su questo aspetto Word è utile), il correttore automatico non distingue se un tempo verbale è adeguato o meno.

Parlo di tempi verbali perché tempo fa ho fatto un esperimento che voglio condividere con te, ma potrei parlare anche di stile, lessico, eccetera.

Dicevo, un esperimento.

Trova e Sostituisci alla massima potenza

In altri articoli ti ho invece parlato dello strumento Trova e Sostituisci e delle sue enormi potenzialità, se ben sfruttato.

Ebbene, tempo fa ho deciso di sfruttarlo più che bene. Diciamo che ho un po’ forzato il suo utilizzo…

Dovevo riscrivere tutti i tempi verbali di un testo. Dall’imperfetto dovevo passare al remoto o al trapassato prossimo, all’occorrenza. Un lavoro del genere in un testo di più di cento cartelle è davvero… laborioso, lasciami dire. E rischi spesso di perdere per strada altre revisioni, più dettagliate (anche se c’è la rilettura, che considero fondamentale per tutti: scrittori e editor).

Quindi mi sono detta: Word ha tante potenzialità, perché non approfittarne?

Allora ho usato il Trova e Sostituisci per cambiare i tempi verbali.

Ad esempio: andavo in andai, pensava in pensò.

Come? ti domandi. Be’, con i soliti trucchetti da nerd di Microsoft Word.

Sapendo che sono molti di più i verbi regolari che quelli irregolari, ho cambiato -avo in -ai, tornando all’esempio precedente, e -ava in -ò. E via di seguito con tutti gli altri. Certo, è occorso poi tornare indietro e vedere le sostituzioni sbagliate e cambiarle, ma buona parte del lavoro è stata fatta in automatico.

È stato divertentissimo, anche perché spesso le correzioni erano giuste e mi sono tolta un po’ di tempo, dall’altra parte sono uscite delle perle di meraviglia:

Strafalcioni di un’aspirante “worderer”

Tutto questo non per mostrarti le mie prodezze con Word, ma per farti capire che qualsiasi software di scrittura è malleabile quasi al cento percento, se sappiamo usarlo, ma che comunque la macchina non può ancora sostituirsi all’uomo quando c’è di mezzo la creatività. Alla faccia dei traduttori automatici e affini.

Se te lo stai chiedendo, il libro di cui ti ho fatto gli esempi è uscito da poco e sta piacendo tantissimo! Dai un’occhiata 🙂