Ecco come fare l’editing di un romanzo

Fare l’editing di un romanzo non è facile. Anzi, il più delle volte è un processo lungo e complesso, e può succedere che alla fine tu non sia soddisfatto — anche se ti auguro di no!

Editare un romanzo, come si dice nel gergo, è un lavoro che dà molte soddisfazioni, ma anche tanti dolori.

Come autore, hai sempre il timore della “penna rossa”, delle correzioni (o veri e propri tagli) cui verrà sottoposto il tuo romanzo.

Come editor, noi abbiamo paura di intaccare lo stile dell’autore e che le nostre correzioni non siano quelle che egli desiderava.

C’è sempre un margine di rischio.

Ma come viene fatto, di preciso, l’editing di un romanzo?

Te lo spiego in questo articolo.

** attenzione! I consigli di questo articolo sono tratti da mia personale esperienza, ma ci sono altri mille modi per editare un romanzo **

** attenzione numero 2! L’articolo è molto lungo, quindi mettiti comodo, gusta un gelato, una cioccolata calda, insomma quello che vuoi **

Premessa: l’editing puoi farlo anche tu…

…ma non te lo consiglio.

O meglio: ti consiglio sempre di avere un esterno che dia un’occhiata al tuo libro per vedere se “fila” tutto.

Due occhi non bastano per correggere un romanzo; talvolta non ne bastano nemmeno quattro!

Io stessa, quando scrivo, faccio sempre leggere i miei scritti a un esterno, anche solo per scovare quei refusi che i miei occhi non vedono.

Quindi, nei limiti delle tue possibilità, trova qualcuno che faccia l’editing del tuo romanzo, o che vi dia una valutazione disinteressata — ad esempio un beta reader.

Tuttavia, se non vuoi o non puoi affidare il tuo manoscritto a un esterno, devi sapere come muoverti per avere un prodotto perfetto.

Bene, sei nel posto giusto!

Vediamo passo per passo le tappe da percorrere per fare l’editing di un romanzo.

Una visione di insieme: la trama, i personaggi

Puntualizziamo una cosa che magari non sai o che non hai mai fatto.

Una volta terminata la prima stesura devi lasciare perdere il tuo manoscritto. Sì, lascialo in un angolo, a “macerare, per qualche tempo. Alcuni dicono un mese, altri una settimana. L’importante è che ti stacchi dal romanzo e dall’affezione che hai per esso, di modo che, quando lo riprenderai in mano, lo potrai correggere con occhio critico, come se non fosse più tuo.

Fatta questa premessa, vediamo da dove iniziare.

La prima rilettura dovrebbe essere fatta a un livello “macro”, per avere una visione di insieme.

In altre parole: inizia concentrandoti sulla trama e sui personaggi.

Tralascia frasi obbrobbrriose, grammatica, punteggiatura. Lo farai in seguito.

1. La trama

Analizza ogni situazione. Scorre tutto? Ogni scena conduce alla successiva? Ci sono forzature? Buchi di sceneggiatura? Incongruenze?

Se hai una scaletta, tienila sempre davanti per verificare se l’hai seguita o se in alcuni casi ti sei discostato. Appunta ogni scena, ogni situazione che sembrano vacillare.

Controllare la trama sembra a prima vista semplice: in realtà spesso nasconde delle insidie. Alcune situazioni, che ti sembrano coerenti, non lo sono. In altri casi potresti aver forzato le azioni di un personaggio per portare avanti la storia — e questo personaggio perde credibilità.

Se sei troppo “dentro” il romanzo, rischi di non vedere queste cose. Per questo è meglio avere un parere esterno. Ad esempio puoi far leggere il tuo scritto a beta reader chiedendo un parere specifico sulla trama nell’insieme, se scorre, se zoppica, eccetera. Molti editor offrono anche un servizio di valutazione inediti, ossia la lettura critica del tuo manoscritto (per saperne di più, dai un’occhiata alla mia sezione).

2. I personaggi

Una volta analizzata (e corretta!) la trama, passa ai personaggi.

Se hai una loro scheda e una scaletta biografica, sarai più avvantaggiato nello scovare incoerenze.

Controlla gli anni, le informazioni sulla loro vita. Meno semplice è l’aspetto caratteriale.

Se sai come sono i tuoi personaggi, che carattere hanno, qual è la loro attitudine, dovresti essere stato in grado di farli muovere nella storia senza forzature.

In altre parole: se Mario Rossi è geloso all’ossessione, alla scoperta del tradimento della moglie dovrebbe reagire male. Picchiare la moglie? Uccidere l’amante? Andarsene? Se reagisce come se nulla fosse, il lettore si potrà chiedere: e perché mai?

Controlla anche gli “abiti” del tuo personaggio: come si muove, come si esprime.

Se puoi è meglio assegnare una voce per ogni personaggio, come accade nella realtà. I tuoi personaggi acquisteranno credibilità.

Avviciniamoci: dialoghi e descrizioni

Una seconda rilettura andrebbe fatta concentrandosi solo su dialoghi e descrizioni.

Il dialogo è importante perché serve per mandare avanti la storia e per delineare ogni personaggio.

Per quanto riguarda le descrizioni elimina il superfluo e mostra l’essenziale.

1. I dialoghi

Te l’ho anticipato, i dialoghi servono per fare andare avanti la storia e per delineare il carattere di un personaggio.

Viene da sé che i dialoghi che non conducono a nulla, che magari sono stati messi lì per riempire pagine (o perché non sapevi cosa dire), sono superflui.

Ebbene sì, ti tocca tagliarli. O riformularli perché portino a qualcosa.

L’editing dei dialoghi è un processo lungo, a volte ti toccherà provare varie strade prima di raggiungere un risultato decente.

Parti da un presupposto: i dialoghi NON sono intoccabili.

Spesso mi confronto con autori che non vogliono modificare i dialoghi (tra le tante cose che non vogliono toccare 🙂 ). No! Se un dialogo non va bene, non è essenziale, bisogna lavorarci su.

Ecco alcune tecniche che ti saranno utili:

  1. Fa’ in modo che in ogni dialogo i protagonisti vogliano qualcosa. Un’informazione? Una rassicurazione? La risposta al loro problema (mi ami o no?)?
  2. Rimuovi le informazioni superflue. È normale inserire informazioni per darle al lettore. Tuttavia, se lo fai in un dialogo, potrebbe accadere che esso diventi artificioso. Ti spiego perché. In certi casi i tuoi personaggi non hanno bisogno di scambiarsi informazioni perché le conoscono già. “Ho visto tua moglie Anna insieme a mia nipote Giulia, che è anche la tua visto che siamo cugini”. È un caso limite, ma giusto per farti capire. Oppure il vecchio amico “as you know, Bob”. Trovi una bella esposizione qui (è in inglese).
  3. Rimuovi i dialoghi superflui. Spesso c’è la tendenza a scrivere un dialogo com’è nella realtà. In narrativa un dialogo deve essere verosimile, ma non del tutto. Devi portare avanti la storia e esternare il carattere dei tuoi personaggi. Rimuovi conversazioni da bar e dialoghi che non conducono a nulla.

Ho battuto spesso il martello sul chiodo “mostrare il carattere dei personaggi”. Adesso ti spiego perché.

Poiché una delle regole più seguite (e criticate) della scrittura creativa è il “Show, don’t tell” (mostra, non raccontare), devi saperla padroneggiare.

Devi mostrare azioni, personaggi, descrizioni.

Un modo per mostrare i personaggi è anche attraverso il dialogo.

Da questo punto di vista, il dialogo ti serve per connotare il tuo protagonista, il villain, le comparse…

Guardati intorno: ognuno parla con la propria voce, con gestualità, intercalari, espressioni dialettali.

Che modo migliore di mostrare un personaggio che farlo parlare come se davvero esistesse?

Quindi evita dialoghi monocorde con personaggi che si esprimono tutti con la stessa voce. Rendili unici.

2. Le descrizioni

Una volta analizzati i dialoghi, passa alle descrizioni.

Molti colleghi editor bandiscono le descrizioni. Quindi non mettere che Luisa ha gli occhi azzurri e i capelli così biondi che neanche il sole.

Io non mi sento di essere così drastica. Le descrizioni servono per rendere fisici personaggi, luoghi, oggetti. E per questo motivo vanno mantenute.

A volte però ti tocca limare. Sì, come le unghie.

Vediamo cosa.

  1. Riformula descrizioni piatte. Maria è bionda con gli occhi azzurri. Sono informazioni che il lettore vede ma non memorizza. Usa analogie, immagini che il lettore ricordi.
  2. Elimina descrizioni superflue. Talvolta una descrizione, in quel punto della scena, non serve, e allora va tolta. Dai un’occhiata al mio articolo sulle descrizioni per vedere alcuni esempi.
  3. Elimina le descrizioni ripetute se non utili ai fini della storia. Se hai già detto che Maria è bionda con gli occhi azzurri, perché ripeterlo ogni volta che questo personaggio entra in scena?

Adesso… snelliamo!

Lo step successivo dell’editing di un romanzo è il vero e proprio taglia e cuci.

Analizza frase per frase, periodo per periodo, paragrafo per paragrafo.

Riformula le frasi poco chiare o eccessivamente ridondanti (appunto!).

Leggi ad alta voce: se ti manca il fiato prova a spezzare un paragrafo in più frasi. Se arrivi alla fine che non ci hai capito nulla, riscrivi la frase.

Sii semplice, ma non troppo. Evita di avere alla fine un romanzo dalla scrittura elementare.

Lo “snellimento” ti è utile soprattutto laddove il romanzo necessiti di una robusta dieta, bel paragone che ha trovato Rayne Hall nel suo The Word Loss Diet: Professional Self-Editing Techniques for Authors.

Nello specifico, l’autore parla di rimuovere:

  1. Aggettivi e avverbi. Se bazzichi i forum di scrittura e hai letto guide e manuali, sai che è meglio non abbondare di aggettivi e avverbi. Per ogni aggettivo e avverbio che hai nel tuo manoscritto, se puoi sostituirli con termini incisivi o allungare la frase per evitarli, ben venga.
  2. Tag dialogue. Sono le frasi che introducono un dialogo. Maria disse: “Vado a casa”. Se riesci a creare “incisi d’azione” al posto dei classici dire, rispondere, affermare, eccetera, renderai più dinamico il dialogo. Maria disse: “Vado a casa” potrebbe diventare: Maria si voltò. “Vado a casa”.
  3. Espressioni di incertezza #1. Provò a, tentò di, riuscì a, pensò che, eccetera.Rimuovi l’incertezza e vai all’azione. Mario provò ad aprire la porta: Mario aprì la porta. Maria pensò che Luigi fosse pazzo: Luigi era pazzo.
  4. Espressioni di incertezza #2 (o watery words). Davvero, molto, piuttosto, quasi, un po’. Se rimuovi queste espressioni, ti accorgerai di come una frase fili meglio. Spesso, poi, questi termini sono superflui: che cosa cambia scrivere “Mario era davvero intelligente” o “Mario era intelligente”?
  5. Tautologie. Usiamo una tautologia ogniqualvolta inseriamo un contenuto il cui significato ripete quanto già scritto. Ad esempio: annuì con la testa, applaudì con le mani, guardò con i suoi occhi.

Evviva la grammatica!

Una volta che hai migliorato il tuo manoscritto nelle sezioni più importanti, è ora di dare un’occhiata a grammatica, punteggiatura, sintassi…

Sono sicura che molti errori ti saranno già balzati agli occhi nelle letture precedenti e li avrai già corretti, ma adesso dovrai dedicarti solo a questi aspetti.

Per quanto riguarda la grammatica, controlla:

  1. Verbi,
  2. Articoli,
  3. Preposizioni,
  4. Maiuscole e minuscole,
  5. D eufoniche,
  6. Abbreviazioni,
  7. Parole straniere,
  8. Numeri.

Per quanto riguarda la punteggiatura, controlla:

  1. Virgole,
  2. Punti fermi,
  3. Punto e virgola,
  4. Punti esclamativi e interrogativi,
  5. Due punti,
  6. Puntini sospensivi,
  7. Punteggiatura nei dialoghi: virgolette, lineette…
  8. Accenti e apostrofi.

Letture finali: caccia al refuso

Le letture finali servono a rifinire il manoscritto. In questo passaggio dovrai scovare refusi ed errori che “hai lasciato per strada”.

La cosa migliore da fare sarebbe affidarsi a un correttore di bozze, ma se non puoi o non vuoi, prova a farlo tu mantenendo sempre il distacco professionale che hai usato per tutta la fase della revisione.

A questo punto è meglio se hai una versione stampata del manoscritto, che ti permette di scovare errori e refusi più facilmente che leggendo al PC. Puoi anche provare a leggere il tuo manoscritto su un e-reader: da esperienza serve molto per i refusi.

Leggi anche a voce alta.

Un ulteriore trucchetto è leggere al contrario. Sì, proprio così. Leggendo al contrario svincolerai il testo dal suo significato e potrai concentrarti sulla singola parola.

E ora?

Adesso che hai fatto l’editing del tuo romanzo, non ti resta che appoggiarti allo schienale della sedia e sospirare: ce l’hai fatta!

Se sei un tipo insicuro, lascia trascorrere qualche settimana e poi riprendi in mano il manoscritto per un’ultimissima lettura.

C’è il rischio, però, che tante letture a revisione ultimata ti facciano vedere errori dove non ci sono: frasi che adesso ti sembrano sbagliate, periodi che ti paiono contorti… E riprendi a correggere dove non dovresti.

Quello che ti consiglio è di dare, se vuoi, un’ultima lettura trascorsa una settimana o due. Oppure puoi fare affidamento a beta reader che ti diano una loro opinione nell’insieme.

La mia beta reader personale mi aiuta soprattutto a scovare refusi che i miei occhi non vedono, e per questo la ringrazio (grazie, Cristina!).

Una volta che hai affrontato questi passaggi, la fase di editing può dirsi ultimata.

E iniziano le successive: realizzazione della grafica, stesura della sinossi, ricerca degli editori, valutazione sulle piattaforme migliori per il self-publishing.

Scrivere è un lavoro bellissimo ma lungo e difficile. L’importante è che, alla fine, tu sia sempre soddisfatto dei risultati ottenuti.

Riassumendo

Prima di lasciarti, ecco uno specchietto riassuntivo con le principali tappe dell’editing di un romanzo.

editing di un romanzo