Confusione del punto di vista: un errore da non fare

Tra gli errori del PDV (punto di vista), la confusione del punto di vista è uno dei più frequenti ma, per fortuna, anche uno dei più semplici da correggere con qualche click del mouse.

Questo non vuol dire che bisogna cadere in questo spiacevole errore, tutt’altro.

Confondere il punto di vista è confondere il lettore, che non capisce più da che parte sta osservando la scena. In prima persona? In terza? Dall’alto?

In questo articolo ti parlerò della confusione del punto di vista: uno degli errori più frequenti.

Quando c’è confusione del punto di vista?

Prendiamo come esempio questo estratto, in cui ho inserito degli errori.

Max allungò la mano verso una scopa che riposava appoggiata al muro e si preparò a catapultare l’insetto nell’altra vita. “Tutto questo è ridicolo”, pensò fra sé mentre maneggiava la scopa con cautela, come se fosse un’arma mortale. Stavo cominciando a calibrare il colpo letale, quando all’improvviso il gatto di Irina si avventò sull’insetto e, aprendo le sue fauci da leone in miniatura, inghiottì il ragno e lo masticò con forza. Lasciai la scopa e guardai attonito il gatto, che mi restituì uno sguardo malevolo.
«Accidenti al gattino» sussurrò.

(Il principe della nebbia, Carlos Ruiz Zafon)

Gli errori sono i verbi segnati in rosso.

Hai capito di che cosa si tratta?

C’è confusione del punto di vista ogni volta che saltiamo dalla prima alla terza persona, o viceversa, o dalla prima alla seconda, eccetera… SENZA un motivo preciso e ALL’INTERNO dello stesso paragrafo.

Va da sé che questo errore è antipatico e crea confusione nel lettore: chi è il protagonista? Perché prima è alla terza persona e poi in prima? Perché non ci capisco nulla?

confusione del punto di vista

Perché commettiamo questo errore?

Confondere il punto di vista può accadere per svariati motivi.

Due i principali, il primo una sciocchezza e il secondo molto grave:

  1. Svista
  2. Nessuna conoscenza delle tecniche narrative

Una svista può capitare. A me è successo di recente. Ho iniziato la primissima stesura di una mia storia in terza persona; durante la scrittura, mi sono resa conto che la preferivo in prima, e ho cambiato tutti i verbi. L’ho fatto di fretta, e non mi sono accorta che qualche verbo era ancora in terza persona. Frasi del tipo: “L’ho accompagnato fuori e lui lo salutò con un cenno del capo”. Bruttissime, ma per fortuna a una lettura attenta si possono modificare.

Tutt’altra cosa se non si conoscono le principali tecniche narrative: non sapere la differenza tra prima e terza persona è un orrore scolastico da bollino rosso. Ahimè, in questo caso c’è poco da fare, se non mettersi di buona lena e studiare tanto.

Come rimuovere ed evitare la confusione del punto di vista?

Basta una lettura attentissima e tanta pazienza.

In realtà, se scrivi con attenzione, ti capiterà raramente questo errore: devi essere davvero disattento per passare dalla prima alla terza persona senza accorgertene 🙂

Il consiglio principale è evitare questo tipo di errori, scrivendo in modo consapevole e senza avere fretta. La fretta è cattiva consigliera, giusto?

Conclusioni

Confondere il punto di vista è l’errore più frequente e più semplice da rivolvere.

Se presti attenzione a quello che scrivi, raramente ti imbatterai in questo errore antipatico.

Ci sono casi, comunque, in cui saltare dalla prima alla terza persona o viceversa non è sbagliato: ad esempio se decidi di seguire le vicende di un protagonista in prima persona e di un altro in terza. È il caso di Amabile Giusti in “Tentare di non amarti”: l’autrice ha deciso che il punto di vista di Penelope fosse in terza persona, mentre quello di Marcus, l’altro protagonista, in prima. In entrambi in casi i due punti di vista sono stati separati usando capitoli diversi.

Cambiare il punto di vista all’interno dello stesso paragrafo è SEMPRE sbagliato.