Come vendersi bene: pillole di marketing librario

Ormai sappiamo che non basta scrivere un libro e pubblicarlo per vendere: dobbiamo darci da fare affinché il lettore lo compri.

Soprattutto se siamo scrittori indie o se la nostra casa editrice fa poco o è piccola (e non un ufficio stampa esteso, o non lo ha proprio).

Tuttavia c’è modo e modo di vendersi, e lo vedremo in questo articolo.


Fonte: www.aer.io

Una premessa (da leggere)

Sono certa che bazzicando per il web avrai letto qua e là articoli su come vendere al meglio, sia online sia fisicamente. Tanti di questi articoli affermano di voler essere la guida definitiva o di offrirti i trucchi tali che, dal giorno dopo, diventerai un venditore provetto.

Ecco: qui non troverai niente di tutto ciò.

Non voglio dirti che dopo aver letto questo articolo potrai vendere con più facilità, o regalarti la regola d’oro per diventare un best seller (e ossia uno che vende al meglio).

Non ce l’ho, mi dispiace.

Però posso parlarti di alcune mie esperienze (dirette, ossia da venditrice, e indirette, ossia di altri scrittori), e da lì farti capire come sia meglio muoversi.

Detto ciò, andiamo al sodo. E se mi conosci sai già che sarò diretta.

editing

Timido o sfacciato?

Se sei una persona timida, come ahimè lo sono io, è difficile convincere una persona a comprare il tuo libro anziché quello degli altri.

Timidezza che si evince sia online, nel modo in cui presenti il tuo libro (ad esempio attraverso la sinossi), sia offline, nel modo in cui ti approcci alle persone.

Ormai sto facendo fiere da quasi un anno e ti posso dire che le persone difficilmente si fermano davanti al tuo libro, se tu non le invogli.

Ma devi anche farlo bene.

Un aneddoto: qualche anno fa ero in visita come turista al Salone di Torino e mi sono avvicinata a una bancarella. Mentre guardavo i libri, un’autrice mi ha avvicinato chiedendomi se fossi interessata ad ascoltare di cosa parlasse il suo. Ho risposto di sì perché sono educata, ma sarei scappata a gambe levate: era evidente che questa signora fosse timida, perché oltre che a raccontarmi sommariamente di cosa parlava il suo testo, non ha saputo trasmettermi nulla, e l’ha fatto con una tale tristezza nella voce che mi ha fatto passare la voglia, anche se fossi stata interessata, di acquistare il libro.

Il modo in cui ti poni, quindi, fa già capire al lettore che tipo sei e, soprattutto, se credi in quello che vuoi vendere.

Se mostri di non crederci nemmeno tu, pensi che il lettore lo farà al posto tuo?

Ma anche essere eccessivamente petulanti ha i suoi lati negativi.

Altro aneddoto, sempre Salone del Libro. Mi avviavo felice verso uno stand che visito sempre a Torino, ma lì sono rimasta bloccata da un autore che mi ha letteralmente sbarrato la strada mettendomi in mano il suo libro e invogliandomi, nemmeno troppo velatamente, a comprarlo. Sempre educata, ho risposto che ci avrei pensato e me la sono svignata. Morale mia: non ho nemmeno potuto vedere gli altri libri per la paura che quello scrittore mi si appiccicasse di nuovo addosso.

Un comportamento da evitare altro che come la peste: così la gente non la invogli, la spaventi!

Online è la stessa cosa: se presenti il tuo libro usando parole vaghe, timide, senza forza emotiva, non invogli le persone a comprarlo; ma non le invogli nemmeno se sei troppo aggressivo, quasi feroce, e usi una terminologia da venditore furbetto (sarò io a darti la risposta definitiva a…) che si capisce da qui a un chilometro.

Occorre trovare la via di mezzo, ma, ahimè, come ti dicevo prima, questo articolo non ha pillole segrete da regalarti, quindi non posso dirti qual è il metodo migliore per vendere.

Posso però darti qualche consiglio su come porti al meglio per quello che sei.

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Tu sei tu!

È impossibile che una persona timida o poco predisposta a vendere diventi dall’oggi al domani una venditrice di successo, com’è impossibile che uno sfacciato si renda conto di esagerare.

In entrambi i casi, però, occorre pensare a chi abbiamo davanti e a cosa sentiamo dentro di noi.

Immagino che tu abbia scritto un libro e provato emozioni, sensazioni e così via… ecco, queste emozioni e sensazioni trasmettile al futuro lettore, alla persona davanti a te a davanti allo schermo. Difficile, ma si può fare: basta lasciar correre quello che si ha dentro.

Bellissimo è stato quando, l’altro giorno, in risposta a una mail di presentazione dei nuovi titoli di Policromia, una blogger mi ha scritto: parli di questi romanzi con un’emozione davvero intensa. Vuol dire che ho saputo esprimere quello che avevo dentro.

E devi anche essere onesto: va bene attirare il lettore con qualche frase a effetto (“Questo libro mi han detto tutti che si fatica a non terminare, che ti prende dalle prime pagine, vuoi dare un’occhiata?” — esempio generico e molto banale), ma non bisogna mai mentire. Mai.

Se sai che nella tua storia sono presenti scene di sesso esplicito, non raccontare che è un romance soft — altro esempio banale, ma per capirci.

Il punto più complicato è sempre attirare l’attenzione, ma in questo purtroppo non c’è la formula definiva, perché c’è chi, con un semplice segnalibro ricevuto, si ferma, legge il libro e magari lo compra; e chi alla vista di una mano che sporge un segnalibro scappa a gambe levate.

Il modo migliore è porsi gentile, affabile e dire alla gente né più né meno quello che sei.

Lo so, non ti ho cambiato la giornata, né te la cambierò in futuro, ma mi è piaciuto condividere con te questo aspetto, chiamiamolo comportamentale, che reputo sia la base per vendere seriamente.

Certo, un libro interessa per elementi come titolo, copertina, sinossi, ma conta tanto anche il modo in cui ti poni — che per forza di cose influenza questi aspetti.