Come scrivere un libro in… l’importante è scriverlo (terza parte)

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Questo è il terzo e ultimo articolo di una guida per scrittori disperati ma volenterosi di scrivere finalmente il loro libro.

O forse no.

Ogni riferimento alla mia esperienza è puramente casuale.

Se hai coraggio, ecco la prima parte e la seconda.


Scrivere un libro
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Strutturare una trama senza perderci l’anima

Ci eravamo arrestati nella scorsa parte a quali debbano essere i bisogni del tuo libro, e hai scoperto che ogni testo ha le sue esigenze.

Adesso è finalmente arrivato il momento di pianificare.

Premessa: questa parte della guida ti è utile sia se progetterai il libro in ogni aspetto (trama, personaggi, ambientazione…) ma anche se scriverai di getto, perché sì: c’è modo e modo di progettare.

Di nuovo appunti, schemi, grafici…

Quale che sia la tua storia, anche se è strana, non ha trama né personaggi né altro come il Nouveau Roman francese; oppure, sempre rimanendo Oltralpe, è surreale e sibillina come quelle dell’OuLiPo, c’è sempre qualcosa dietro.

Anche solo una brevissima trama con sintetizzati i punti fondamentali, del tipo: Mario vede Maria baciare Luigi, uccide Maria e Luigi e fa in modo che le indagini conducano a Luigi, ma alla fine verrà sgamato.

Questo perché, anche se deciderai di lasciare spazio al delirio creativo (come chiamo io la scrittura di getto), è sempre bene quantomeno sapere dove andrai a parare.

Sennò finisci come molti (me compresa in certi casi) che hanno tre-quattro-venti storie iniziate e mai terminate perché boh? non so come continuare.

Ho scritto (va be’, diciamo che ci ho provato) un abbozzo di storia un po’ di annetti fa; molto semplice a dire il vero, ma l’ho lasciata momentaneamente nel cassetto perché sentivo, e sento, che mancava qualcosa. In altre parole non l’ho pianificata bene (o per dirla con Stephen King è una tazzina senza manico).

Ciò detto, vediamo qualche esempio strampalato ma funzionale per pianificare una trama.

Torta e spicchi

La cucina non c’entra nulla, anche se l’idea di una torta mi mette già appetito.

Questo modo di pianificare una storia mi è molto utile quando devo focalizzarmi soprattutto sull’evoluzione del mio protagonista, e non a caso ho preso in prestito il viaggio dell’eroe di Campbell-Vogler.

Graficamente è molto semplice: ho diviso un cerchio in tanti spicchi quante sono le tappe del viaggio dell’eroe, e in ogni spicchio ho inserito un pezzo di trama, sempre e solo focalizzandomi sul protagonista.

Ogni storia ruota intorno al protagonista e alle sue sfide; quale modo migliore di strutturare una trama basandosi su questo?

Sì, lo so che ti sto dando la ricetta dell’acqua calda, però è davvero un metodo utile, e puoi farlo anche per gli altri personaggi della tua storia, creando così, alla fine, un insieme di torte e spicchi che finiranno per completare la trama.

Scena dopo scena e dopo scena

In questo caso invece di fissarmi sui personaggi guardo l’intreccio: cosa accadrà da A a B e da B a C e così via.

Consiglio questo metodo per romanzi dall’intreccio complesso o composti di più parti.

In questo esempio ho scritto tutte le scene che accadranno nella seconda parte del romanzo a cui sto lavorando da un po’, per avere ben chiari i passaggi e, siccome la storia è complessa, non perdere nulla per strada.

Come scrivevo prima, l’importanza viene data all’intreccio e i personaggi sono in secondo piano; ciò non toglie che li abbia già caratterizzati altrove o che, come molti scrittori dicono (a ragione in certi casi!), i personaggi si creano con la storia.

Trovo questo metodo davvero utile quando in una storia c’è tanta “carne al fuoco” e devo essere sicura che ogni passaggio sia centrato, sveli solo quello che deve svelare e soprattutto non vada fuori tema.

Vita morte e miracoli

Ultimo stratagemma, usato da tantissimi compresa la sottoscritta, è (solo) stendere una scaletta cronologica dei vari eventi.

Quindi: il giorno x alle ore y Mario fa questo, Luigi fa quest’altro; sempre il giorno x alle ore z Mario farà questo e Luigi quest’altro, e così via.

Sembra un po’ una palla, lo ammetto, perché tutti gli eventi che inserirai in scaletta non devono per forza di cose entrare nella storia bensì ti servono come retroscena, però è utile per avere un quadro preciso e soprattutto per evitare incoerenze temporali.

Ma qual è la differenza tra scrivere scena per scena e stendere una scaletta cronologica?

La scaletta cronologica è molto più dettagliata perché, come ho scritto poc’anzi, inserirai anche gli eventi che non servono alla tua storia ma a te come autore per capire meglio ogni passaggio.

editing

Cosa fa per me, allora?

Premetto che non c’è un modo migliore di progettare la tua trama rispetto a un altro, e che puoi tranquillamente usarli insieme.

Il tutto dipende, come ti ho detto, dai bisogni della tua storia.

Te lo dirà lei quale metodo dovrai usare.

Quando, ere fa, scrissi Aequilibrium dovetti per forza di cose avere da parte una scaletta cronologica. I personaggi e le situazioni erano tante, e mi serviva sapere ogni passo cronologico per non sbagliare i tempi o andare fuori strada. Stessa cosa per Io sono l’usignolo.

In altri casi mi è bastato avere un’idea approssimativa della trama e la storia è venuta da sé.

Quello che posso consigliarti è di sperimentarli tutti e di inventarne di nuovi, sempre con in mente l’obiettivo finale: scrivere il tuo libro.

Perché, per l’appunto, non è importante metterci un giorno o dieci anni, l’importante è scriverlo.