Come scrivere un libro in… l’importante è scriverlo (seconda parte)

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Questo è il secondo articolo di una guida per scrittori disperati ma volenterosi di scrivere finalmente il loro libro.

O forse no.

Ogni riferimento alla mia esperienza è puramente casuale.

Se hai coraggio, ecco la prima parte.


Dov’eravamo rimasti?

Quando si scrivere una storia, occorre avere un’idea e dopo rimaneggiarla, affinché questa idea possa condurre da qualche parte.

Bisogna, quindi, come scrivevo alla fine della prima parte, avere una solida base da cui partire.

Trovare un filo logico che porti da A a B e così via, e infine, dopo tutto ciò (e bada bene che non è poco), iniziare la pianificazione.

Oggi vediamo proprio questo.

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Scaletta, appunti, schemini…

Allora. Partiamo subito dal presupposto che non troverai mai da nessuna parte un parere univoco su come pianificare e progettare la tua storia.

Gira che ti rigira, ognuno dice e dirà sempre la sua.

Non c’è quindi la regola d’oro che ti permetterà di dire evvai, ho progettato e adesso sono pronto a scrivere!

Certo, ci sono tantissime guide che ti aiuteranno in ciò, e ti consiglio vivamente di leggertele (compresa la mia, eh! Sennò che senso avrebbe scriverla?).

Tuttavia ognuno è fatto a modo suo, e quello che va bene a me a te può non piacere.

Ad esempio a me potrebbe piacere scrivere ogni scena su post-it e tappezzarmi il bagno, ma a te andrebbe meglio piazzarli sopra il frigo… o altre castronerie simili.

Oppure a me potrebbe piacere seguire passo passo il paradigma di Syd Field, ma a te andrebbe meglio concentrarti sul viaggio del tuo eroe

E mica ho finito! Magari un romanzo va pianificato punto per punto perché trama e ambientazione lo richiedono (ad esempio per un fantasy), invece un altro ha bisogno di personaggi approfonditi… e così via.

In altre parole, ogni storia e ogni autore hanno esigenze diverse (e anche due storie scritte dal medesimo autore).

Che fare, allora?

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I bisogni della tua storia

Per prima cosa, vanno assolutamente capiti i bisogni della tua storia.

Mi spiego meglio.

Accettato che l’idea conduce da A a B e su questa puoi scriverci qualcosa, è tempo ormai di fare il passo successivo.

Non mi riferisco a come la scriverai, se passato o presente, o che narratore sceglierai, o ancora quale sarà lo stile migliore; questo lo vedrai dopo.

Qui siamo ancora alla fase in cui dovrai definire i personaggi, l’ambientazione e strutturare la tua trama.

Sono i bisogni della tua storia e, beninteso, sono diversi da storia a storia.

Quando scrissi “Reach” non avevo una grande esigenza di sapere vita, morte e miracoli dei personaggi, perché mi interessava soprattutto il contesto di quanto sarebbe avvenuto, e per far ciò bastavano due o tre informazioni fondamentali (se mi domandi che lavoro facciano Luca e la moglie, non saprei rispondere, perché non serve per la storia).

Diverso il caso di “Aequilibrium“: trattandosi di un fantasy, ho dovuto lavorare a lungo su ambientazione, personaggi, luoghi geografici, disegnando una vera e propria mappa… in caso contrario, sarebbe stato tutto campato in aria.

Per prima cosa, quindi, devi definire quali sono i punti prioritari per la tua storia e, una volta definiti, estrapolare qualsiasi informazione ti possa essere utile (ad esempio, redigere una scheda per ogni personaggio).

Un software molto utile per pianificare, oltre alla trama e all’intreccio, anche personaggi e ambientazioni è Bibisco.

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Concludendo la seconda parte…

In questa seconda parte mi sono fermata soprattutto in quella linea, talvolta oscura, che va da quando hai l’idea a quando inizi a progettare la trama.

È molto utile comprendere subito quali sono i bisogni della tua storia, e soddisfarli prima di passare al resto.

Questo perché eviti così di tornare indietro mentre stai pianificando la trama (o mentre stai scrivendo, ricordiamo che molto amano la scrittura di getto), perché ad esempio non conosci bene i tuoi personaggi e ti tocca ridefinirli (anche se molti, compresa me stessa in alcuni casi, lasciano che siano loro a creare la storia, ma lo vedremo poi).

Nella terza e ultima parte affronteremo, invece, il “come” si pianifica una trama senza perderci l’anima.

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