Come rivedere l’architettura narrativa in fase di editing

Talvolta è necessario intervenire sull’architettura narrativa prima di passare a un intervento di editing sul testo.

Sì, perché se una storia presenta delle serie lacune, potrebbe compromettere tutto l’impianto narrativo.

Oggi vedremo quali.


woman in red long sleeve writing on chalk board
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Un’architettura ben fatta: quando?

Si sa, non sempre un’architettura è costruita bene, ossia scorre da A a B e da B a C e così via.

Quando capita, è l’editing che deve risolvere questi problemi.

Un’architettura ben fatta:

  • Non ha incongruenze,
  • Non ha buchi di sceneggiatura,
  • Non presenta punti morti,
  • È strutturata bene dall’inizio alla fine.

Quando si presenta uno o più di questi problemi, è necessario intervenire a livello macro per risolverli. Vediamoli uno per uno, dal più semplice da risolvere al più difficile.

editing

Incongruenze

Le incongruenze sono elementi della trama sbagliati e che «cozzano» con l’architettura narrativa.

Di solito sono frutto di sviste ed errori di distrazione e sono facilmente risolvibili.

Alcuni esempi di incongruenze:

  • Un personaggio indossa un vestito blu a pagina 10 e questo vestito diventa rosso a pagina 12.
  • Un personaggio va al lavoro a piedi e ritorna a casa in moto.
  • Un personaggio vede o sente qualcosa che, dalla sua posizione, non sarebbe in grado di fare.

A meno che non vi siano ragioni precise per cui il personaggio ha cambiato il colore d’abito da blu a rosso, qui siamo di fronte a un’incongruenza: l’autore, evidentemente, era distratto o non ricordava il colore dell’abito. Stessa cosa può succedere per il colore dei capelli, degli occhi, per gli abiti indossati e via di seguito. Questo errore è semplicissimo da risolvere: basta un click.

Di poco più problematica l’incongruenza successiva. A meno che non sia stato spiegato in precedenza che il personaggio, ad esempio, aveva la moto al lavoro, è impossibile che vada al lavoro a piedi e torni in moto. Più plausibile se tornasse con i mezzi pubblici, a piedi o grazie al passaggio di un amico. Per risolvere questa incongruenza occorre riscrivere il passaggio “incriminato”.

Per quanto riguarda la terza incongruenza, ricorda sempre, quando scrivi (a meno che non usi il narratore onnisciente), che il tuo punto di vista è SEMPRE legato al personaggio, quindi dovrai scrivere ciò che il personaggio vede o sente dal punto in cui si trova. Ad esempio, se Mario si trova in giardino e sua sorella Maria in camera, Mario non potrà vedere che Maria si sta dando lo smalto sulle unghie né può sentire che sta parlando al telefono con il fidanzato – a meno che non urlino!

I buchi di sceneggiatura

Ne ho già parlato in un precedente articolo: i buchi di sceneggiatura sono elementi della trama o pezzi di storia che non stanno in piedi e non hanno alcun supporto logico.

Sono più difficili da trovare e talvolta tocca riscrivere interi passaggi per rimuoverli. Ad esempio:

  • Un personaggio rischia di morire alla fine del capitolo 10 e all’inizio del capitolo 11 è sano e salvo. Senza alcuna spiegazione.
  • Il cattivo di turno è invincibile ma il protagonista lo sconfigge in pochi attimi.
  • Un personaggio acquista abilità difficili da ottenere in poco tempo.

Se il tuo protagonista, o altri personaggi, si trova a vivere situazioni di difficoltà, è paradossale scrivere, magari nel capitolo successivo, che stia bene: occorre darvi una spiegazione, sul momento o nel prosieguo della narrazione. Se no si tratta di buchi di sceneggiatura che confondono il lettore.

Discorso simile va fatto per l’antagonista invincibile che il protagonista sconfigge in poco tempo. Questo, ad esempio, può capitare in un fantasy. Se il cattivo (un mago, uno stregone, e via dicendo) ha poteri forti ed è indistruttibile, come può essere che l’eroe (che magari è un uomo comune che di magia non sapeva nulla fino a poco prima) riesca a ucciderlo in poco tempo? In questo caso occorre lavorare sulla figura del protagonista, e spiegare meglio come abbia potuto apprendere in poco tempo le doti che gli permettono di sconfiggere il villain.

Questo si ricollega alla terza incongruenza: il personaggio che acquista abilità difficili da ottenere in poco tempo. Sempre rimanendo nell’esempio precedente, se il tuo eroe è un uomo comune che di magia non sapeva nulla fino a poco prima, è anche difficile immaginare che riesca a imparare l’uso di arti magiche in poco tempo. Anche in questo caso occorre lavorare meglio sulla figura dell’eroe e sulla sua trasformazione (a tal proposito ti consiglio di leggere “L’arco di trasformazione del personaggio” di Dara Marks).

I punti morti

Parti della narrazione che non portano a nulla. Senza, la storia starebbe in piedi lo stesso.

Per trovarli è necessaria una lettura critica ed esterna.

Perché è necessaria una lettura esterna e critica?

Semplicemente perché, magari, come autore a te sembra tutto essenziale, mentre, invece, facendo leggere il tuo libro a un esterno, quest’ultimo avrà un occhio critico e disinteressato e riuscirà meglio a scovare i punti morti. Ma potrai farlo anche tu, dopo aver lasciato riposare per un po’ il tuo testo: quando lo riprenderai, avrai quel distacco maggiore che subito dopo la prima stesura non avevi.

Struttura narrativa che zoppica

La storia presenta lacune, anche significative, ha un intreccio sbilanciato, è di difficile comprensione.

L’errore più grave: occorre una riscrittura.

Questo capita, ad esempio, quando scrivi senza seguire una scaletta, spinto soltanto da quello che chiamo “delirio creativo”. La difficoltà di scrivere senza seguire una scaletta è che spesso succede di arrivare a un punto e non sapere come andare avanti. Oppure arrivare a un punto e scoprire di non aver scritto nulla di importante o di aver scritto cose inverosimili.

In questo caso, quando la trama è strutturata male, l’unica soluzione è una riscrittura completa.