Questo articolo mi sorge spontaneo dopo una chiacchierata con un’amica alla quale confidavo i pregi e i difetti dell’essere editor. Ho notato molta confusione su questa figura e soprattutto ho scoperto che molti non sanno neanche che esista.

Non vi tedierò con il solito pippone che fa molto Wikipedia sulla storia dell’editor freelance e sui suoi compiti. Vi dirò semplicemente quello che faccio io.

Lavoro sul romanzo

Ebbene sì, chi se lo sarebbe aspettato? Scherzi a parte, lavorare sul romanzo significa tante cose. Innanzitutto mi faccio una sana lettura di tutto il manoscritto, senza evidenziare né toccare nulla. Solo in seguito inizio a sezionare parte dopo parte dopo parte etc. Sezionare perché? Per capire se la trama scorre, se non vi sono frasi troppo arzigogolate o troppo contorte, se non vi sono periodi difficili o illeggibili, ripetizioni, refusi, e via dicendo. Raramente i miei interventi sul testo vanno oltre il “taglia e cuci”, né sono invasivi da stravolgere completamente quello che intendeva l’autore, con il quale ho un rapporto dall’inizio alla fine e con cui vaglio interventi più “incisivi”, che toccano da vicino trama, personaggi, capitoli. Di volta in volta, valuto se dare maggior enfasi a un personaggio anziché un altro, se una scena merita più interesse o se vi sono parti superflue, e così via. E’ ovvio e scontato che una parte del mio lavoro riguarderà anche grammatica, ortografia e punteggiatura.

Lavoro con il romanzo

In questo caso ho forzato un po’ il titolo, mea culpa. In realtà lavoro con l’autore che ha scritto il romanzo. L’autore è la colonna portante di tutto il lavoro. Cerco fin da subito di instaurare un rapporto di fiducia con l’autore: dove non arrivo io, arriva lui, e viceversa. Qualsiasi correzione è sottoposta al vaglio dello scrittore: ci confrontiamo su tutto. Lungi da me essere un’entità superiore che tutto può e comanda!

Lavoro per il romanzo

Il romanzo è l’obbiettivo finale. E’ come se ci trovassimo davanti una catena di montaggio, dove si assemblano vari pezzi per giungere al prodotto finale. In questo caso, il manoscritto viene sviscerato, buttato in centrifuga, strizzato e stirato, fino a raggiungere la forma definitiva: IL romanzo. Che magari avrà ancora qualche diffettuccio (perché ammettiamolo: non siamo macchine!), che magari altri avrebbero voluto correggere diversamente, ma che è pronto per essere inviato a un editore o per essere dato in pasto ai lupi nella landa del self-publishing.