Cronache di Miagola

Cronache di Miagola è una rubrica miagolosa. Siccome i miei gatti hanno manie di protagonismo, di tanto in tanto vogliono dire la loro. Per questo ho creato una rubrica tutta per loro. Attenzione, però: sono molto cattivi, quindi leggete a vostro rischio e pericolo.

Lit-blog: opportunità o tempo sprecato?

Prima che un colpo apoplettico mi facesse diventare storta come la torre di Pisa, il mio passatempo, oltre a cacare fuori dalla lettiera, era di gironzolare per il gatto-web alla ricerca di idee e spunti per portare avanti il mio blog “Routeriamo”.

“Routeriamo” è nato nel lontano 2014 e ha faticato non poco a decollare! Come tutti gli spazi online, e so che lo sapete anche voi, anche se fingete di no, ci vuole tempo e fatica per crearsi la propria visibilità.

Così subito ho scopiazzato qua e là negli altri blog letterari simili al mio, giusto per vedere cosa scrivevano gli altri.

E ho scoperto che esistono tantissimi lit-blog, ma le categorie principali possono essere ridotte a tre.

Gli stampini: sono lit-blog tutti uguali. Fatti con lo stampino, appunto. A parte le recensioni, che per forza di cose devono essere soggettive, il resto è un copia e incolla di argomenti tutti uguali, come segnalazioni o pubblicazioni delle gatte editrici.

Prendiamo il blog “Sono asociale” di un certo Joker: apparentemente è interessante, con rubriche a tema (libri che il suddetto soggetto legge, serie TV che guarda, recensioni, ‘ste sante segnalazioni e nuove uscite…). Nell’elenco dei blog amici se ne contano una trentina. Sono partita dal primo, “Sono un cane tra i gatti”, di Charlie Cibo, a scendere fino all’ultimo (sì, li ho guardati TUTTI). Ebbene, caro lettore a due zampe, e nemmeno pelose: erano un copia e incolla moltiplicato per cento crocchette!

L’ultimo libro di Gutta La Gatta, l’avrò visto segnalato una ventina di volte. Per non parlare delle nuove uscite della casa editrice Bocconcino! Trenta su trenta, tondi tondi.

Ora dico, caro bipede che pulisce la mia cacca: ma a che servono tutti ‘sti blog tutti uguali? Ne leggi uno e gli altri sono la stessa cosa.

Ma veniamo alla seconda categoria. I big. Questi sono super blog, super seguiti, con super collaborazioni e un’importanza tale da diventare influencer. Cos’è un influencer? E che ne so? L’ho letto e suonava figo scriverlo qui.

Quando ho aperto il mio “Routeriamo” (che, per inciso: non parla di router ma di come sedercisi sopra al meglio) l’aspirazione era proprio di diventare un big.

Aspirazione fallita a causa della pigrizia.

Napoleone Bonaparte, admin del super blog “Bianco è bello, arancio è favoloso” (un nome un perché), è il big più conosciuto nel settore. Ha diecimila followers, 267.985 fan su Catebook, quasi un milione su Gattogram. E potrei continuare a sciorinare cifre, ma vedo che tu, pigro umano, ti stai addormentando (e non va bene: chi mi dà le crocchette, poi?), quindi veniamo al dunque.

Come tutti i big, anche il nostro Napoleone è intoccabile e, soprattutto, inavvicinabile. Per contattarlo devi superare le sfingi, salire al Vecchio della Montagna Vagante, arrivare in cima alla Torre d’Avorio, e lì scopri che c’è ancora da varcare un cancello che nemmeno il Morannon.

Morale: aprire collaborazioni è difficile, essere recensiti o anche solo segnalati impossibile.

E veniamo all’ultima categoria di lit-blog.

I dead inside. In pratica sono blog inattivi da mesi, o da anni. Lasciati lì a rosolare sotto il sole, a tremare sotto la neve e a lavarsi sotto l’acqua. Completamente inutili.

Purtroppo, di dead inside il gatto-web è zeppo: blog che nascono come funghi e, sempre come funghi, marciscono. Come quello dai colori sgargianti dell’altisonante Garfield Graffio: 18 post nel novembre 2015, 5 a dicembre, 7 a gennaio 2016, 2 a febbraio, 1 a marzo dove si prometteva una riapertura in grande stile e poi… nulla. Morto. Dead inside.

La peggior cosa di questi blog è che non sai se riapriranno o no: i proprietari mica si degnano di avvisarti se li hanno chiusi, meglio lasciarli lì a macerare come letame e, chissà, magari ci nascono i fiori. O zucche da mordicchiare e far rotolare per sollazzo.

Il problema di un blog letterario non è uno solo, purtroppo, ma quello principale posso riassumerlo in una parola: differenziazione.

Se non ci differenziamo, scrive una collega blogger, tale Milù Accigliata, finiremo con lo sprecare il nostro tempo. E che senso ha scrivere e replicare post e notizie già reperibili in altri cinque blog? Lo facciamo forse per pigrizia, per riempire il calendario editoriale? Serve a poco essere stampini.

Un blog è soggettivo in partenza, salvo rari casi, e soggettivo deve rimanere. Sennò finisce che ci stufiamo e diventiamo dead inside.

Che capiterà al mio blog se non smetto di arrostirmi dietro la stufa e lo riprendo in mano.

Gli unici lit-blog che davvero sono un’opportunità, per lo scrivente e il lettore, sono i big: loro sì che hanno creato un piccolo impero!

Hai bisogno di un’informazione, di risolvere un problema o di trovare qualcosa? Il blog big ti aiuterà, perché ha sempre la risposta pronta e nuovi contenuti sempre nuovi e accattivanti.

In effetti, blog come quelli del nostro modesto Napoleone sono originali, hanno numerose interazioni e contenuti che incuriosiscono e li differenziano dagli altri. Di certo non sono stampini, e neppure dead inside!

Ed è tutto merito dei proprietari, che hanno avuto fantasia, voglia di mettersi in gioco, pazienza e palle (quelle servono sempre, non solo a farle rotolare per la sala).

Orsù dunque, miei prodi gattalieri: alla volta del reame dei big! Solo così il nostro blog sarà una reale opportunità e non uno spreco di tempo.

Lissy Router per il blog “Routeriamo”

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