Ormai si sa, di errori di scrittura se ne commettono un po’ ovunque, e chiunque, anche lo scrittore più in gamba, non ne è esente.
Certo, alcuni saltano subito all’occhio, anche all’editor in erba; altri invece riguardano lo stile e sono più difficili da scovare. Ne vediamo tre oggi: mi raccomando, evitali!
Se vuoi che il tuo libro cartaceo abbia una veste grafica accattivante, è doveroso usare un programma di impaginazione professionale anziché Microsoft Word o LibreOffice. Infatti, con software come InDesign (o Xpress) avrai accesso a molteplici funzionalità che i “normali” programmi di scrittura non hanno. Siccome per un neofita l’area di lavoro di InDesign può sembrare invalicabile come il Morannon, ho pensato a una guida concisa e mirata per aiutarlo a muovere i primi passi in questo programma.
Pronto?
Gli errori che più fanno storcere il naso a editori, agenti letterari e lettori sono gli errori di grammatica.
Refusi e sviste sono più tollerati; gli errori di grammatica no.
Purtroppo sono ancora molto diffusi, nonostante numerosi professionisti si sgolino dappertutto dicendo che così non va bene.
Meglio, quindi, fare un (altro) ripasso.
Un bravo scrittore non deve soltanto saper elaborare e costruire una buona storia con una trama solida e dei personaggi accattivanti; deve anche avere uno stile di scrittura il più possibile pulito e fluido. Proprio per questo, occorre evitare alcuni elementi che appesantiscono, come, nel caso dell’articolo di oggi, i pleonasmi o le tautologie.