Gli articoli determinativi e indeterminativi
Come tanti altre parti del discorso, usi spesso gli articoli determinativi e indeterminativi.
Ma ti sei mai chiesto che cosa sono e a cosa servono?
E soprattutto: li sai usare al meglio?
In questo articolo ti parlerò dei due articoli principali usati nella nostra grammatica: il determinativo e l’indeterminativo.
Iniziamo.
Che cos’è l’articolo?
Prima di parlare di determinativi e indeterminativi, apro una breve parentesi e ti spiego che cos’è l’articolo.
Secondo il mio libro di grammatica (La dimensione linguistica di Sensini), l’articolo
è la parte variabile del discorso che si premette al nome allo scopo di individuarlo e di inserirlo nel discorso.
In altre parole, l’articolo specifica il nome.
Scrivere:
- Ho parlato con il parroco
e
- Ho parlato con un parroco
sono due concetti diversi. Nel primo caso, il parroco con cui ho parlato è una persona specifica, che conosco. Nel secondo caso, invece, il parroco è una persona qualsiasi. Magari l’ho semplicemente incontrato per strada e scambiato due chiacchiere sul tempo.
Nella nostra grammatica tutti i nomi richiedono l’articolo, salvo i casi in cui il nome lo rifiuta — e si parla di “articolo zero”.
Gli articoli determinativi
Gli articoli determinativi segnalano un nome che indica una persona o una cosa determinata e distinta dalle altre.
L’articolo determinativo “si accorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce e presenta forme diverse a seconda di come inizia la parola che lo segue” (Sensini):
- Il e i sono usati davanti a parole di genere maschile che cominciano per consonante (il parroco, i gatti), fatta eccezione per le consonanti x, y, z e per gn, pn, ps, s + consonante (lo pneumologo, gli gnomi).
- Lo e gli si usano davanti a parole di genere maschile che cominciano per vocale (l’autista), per s + consonante (lo scalino), per x e y (lo xilofono), per gn (lo gnomo), per z (lo zaino), per pn e ps (lo pneumologo), per i + vocale (lo Ionio).
- La e le si usano davanti a parole di genere femminile. La forma la si apostrofa davanti alle parole che iniziano per vocale (l’aiuola) tranne che per quelle che iniziano con la i. La forma le non si elide più (le Eolie).
Gli articoli indeterminativi
Gli articoli indeterminativi segnalano un nome che indica una persona o una cosa generica.
L’articolo indeterminativo presenta soltanto il singolare maschile e femminile.
- Un si usa davanti ai nomi maschili singolari che iniziano per vocale o consonante (tranne i casi: i + vocale, x, y, z, pn, ps, gn, s + consonante). Un uomo, un cavallo, un gatto.
- Una si usa davanti ai nomi femminili singolari: una ragazza, un’amica.
L’articolo un è la forma tronca di uno, quindi si tratta di troncamento e non elisione. Pertanto non vuole l’apostrofo.
Il plurale degli articoli indeterminativi: esiste?
Non esiste alcun plurale per gli articoli indeterminativi, che vengono sostituiti dall’articolo partitivo o, in alcuni casi, dall’assenza di articolo — articolo zero.
L’articolo partitivo indica “una parte indeterminata di un tutto” (Sensini). Viene formato dall’unione fra un articolo indeterminativo e la preposizione di: del pane, delle amiche, dei cavalli. Al plurale equivale ad “alcuni”, “alcune” o “qualche”.
Quando usare gli articoli?
Vediamo adesso come usare al meglio gli articoli.
Gli articoli si usano:
Ho parlato con il dottor Mario Rossi.
Non sei più il Mario che conoscevo.
La Bianchi mi ha dato una nota.
Ho saputo che i Bianchi si trasferiscono.
Si crede un Picasso.
Al museo ho ammirato i Van Gogh.
Sono andato a trovare i miei nonni.
La loro nonna è malata. La loro cara nonna.
La mia bisnonna. La mia mamma.
Comprami lo shampoo alla pesca.
Ho visto il Tevere. Ho visitato la Sicilia.
Gli articoli non si usano:
Ho litigato con Maria.
Ho parlato con Rossi.
Io e don Paolo siamo stati ai giardini. Sua Signoria.
Ho visto tuo padre e non vuole che ci vediamo ancora.
Sono stato a Milano la scorsa settimana.
L’articolo zero
Vi sono alcuni casi in cui l’articolo non viene usato.
- Nelle enumerazioni. Ho comprato pane, latte e uova.
- Nei nomi plurali se si vuole lasciare indeterminato un soggetto. Un mio amico acquista dischi usati.
- Nelle frasi negative. Non c’è più pasta.
- Nei titoli dei giornali.
- Nei complementi predicativi. Comportati da signora.
- Nelle espressioni vocative.
- Nelle espressioni dove il significato di un nome è limitato da quello di un altro. Camera da letto.
- In espressioni formate da verbo + nome uniti. Avere sonno.
- In espressioni che indicano il modo o il mezzo con cui si compie un’azione. Vado a piedi a scuola.