Che cosa sono gli acari della scrittura (e perché devi eliminarli)

Correggere i refusi nel miglior modo possibile non basta.

Né basta avere una concentrazione al cento percento.

Perché loro si annidano ovunque, e se non li conosci ti fregano.

Sono gli acari della scrittura.


Revisione sì: ma con sguardo attento

In molti credono basti qualche lettura veloce e qualche spuntatura qua e là perché un testo sia pronto e corretto.

Sbagliano.

Se non leggiamo con un certo occhio, e con la consapevolezza di quello che cerchiamo, tanti errori, anche piccolezze (che in scrittura equivalgono a valanghe), continueranno a sfuggirci.

Lo so perché ci sono passata e ogni tanto ci ricado.

Gli acari della scrittura sono esseri infidi, piccoli e antipatici: ma basta conoscerli per rimuoverli in pochi secondi.

Oggi ti parlerò proprio di loro.

editing

Gli acari della scrittura

Ce ne sono di più semplici da scovare e altri di più ostici.

Per semplicità ho cercato di raggruppare tutti questi animalacci in gruppi distinti: dal più facile al più complesso.

Vediamoli.

Doppi, tripli, quadrupli spazi

Capita a tutti di lasciare qualche spazio in più mentre si scrive; è normale e non c’è da preoccuparsi.

Molti software di scrittura, come le più recenti versioni di Microsoft Word, li segnalano tra gli errori ortografici, ma tanti programmi no. La stessa cosa vale se scriviamo un post su WordPress o Blogspot: anche in questo caso è difficile accorgersene perché non sono segnalati.

Ci sono però due metodi molto utili per trovare questi dannati doppi, tripli e quadrupli spazi.

Il primo è di visualizzare i simboli di paragrafo (¶ o piede di mosca). Attivandoli, ogni spazio vuoto conterrà un puntino, come in questo esempio riportato dalla comunità di Microsoft.

In questo modo i doppi (o più) spazi sono subito visibili, e basta davvero un click per rimuoverli.

Se però non possiamo inserire i segni di paragrafo (vuoi perché non siamo capaci o perché il nostro programma non li ha), c’è un altro metodo: la funzione Trova.

Basta attivarla (c’è anche su Mozilla cliccando CTRL + F), inserire due spazi doppi dove di solito mettiamo la parola e dare l’okay. Dopo possiamo rimuoverli a mano, oppure usare la funzione congiunta Trova e Sostituisci per sostituire il doppio (o più) spazio con uno solo.

Consiglio sempre, se ci sono spazi tripli o quadrupli o anche di più, di partire dagli spazi maggiori e man mano scendere fino a che non ce n’è più nemmeno uno.

Lettere in più o in meno

Scrivendo capita anche di fare strafalcioni.

Nella maggioranza dei casi sono parole scritte male, che non esistono in vocabolario e che il software di scrittura segna subito in rosso.

Purtroppo non sono le uniche.

Talvolta succede che inseriamo una lettera in più o in meno in una parola, e che la parola sia giusta, presente nel dizionario: il correttore non la segnala, ma è comunque un errore.

Un esempio.

Mario andò dall’insegnate per saperne di più circa quel brutto volto alla verifica di storia. Aveva studiato, certo, ma aveva anche atri impegni. E che diamine! Voleva però rassicuralo: si sarebbe impegnato di più, molto di più: doveva solo crederle in lui.

Quanti acari hai trovato? Ce ne sono parecchi e ho voluto esagerare, ma è giusto per darti l’idea.

Le parole incriminate sono insegnate (invece che insegnante), volto (invece che voto), atri (invece che altri), rassicuralo (invece che rassicurarlo) e crederle (invece di credere).

Sono tutte parole presenti in vocabolario e che il correttore non evidenzierà mai in rosso, ma che per la correttezza del nostro testo non vanno bene, e quindi sono errori.

Non te lo nascondo, è difficile trovarle e occorre una lettura molto attenta, parola per parola; tuttavia con un buon allenamento riuscirai a eliminarle non dico tutte, ma la maggioranza.

Parole giuste ma sbagliate

Lo stesso vale per intere parole che sono giuste per il correttore ma sbagliate per il tuo testo. Nella stragrande maggioranza dei casi sono accenti aggiunti o dimenticati, ma non solo.

Di nuovo un esempio.

Provo davvero a convincerlo della sua buono fede, ma il professore non volle ascoltarlo. Cosi Mario se ne torno mogio mogio in classe. Devo fregarne! si disse. Di domani studierò di più, e gliela faro vedere a quello antipanico del signor Merli!

Anche in questo caso ci sono parecchi acari.

Provo (invece di provò), buono (invece di buona), cosi (invece di così), torno (invece di tornò), fregarne (invece di fregarmene), di (invece di da), faro (invece di farò) e antipanico (invece di antipatico).

Ripeto quanto scritto prima: serve tanto allenamento e un occhio molto attento.

Non ce la posso fare, sono troppi!

Un po’ di scoraggiamento è doveroso e non ti biasimo.

Per fortuna che, se da solo sai di non farcela, ci sono sempre professionisti pronti ad aiutarti o anche beta reader che leggeranno il tuo testo con occhio critico.

Se vuoi affidarti a un esterno, però, cerca sempre persone serie e non fanfaroni (e purtroppo ce ne sono): sennò sarai di nuovo al punto di partenza.

Prima di salutarti ecco uno specchietto riassuntivo. Fanne buon uso.

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