Sono loro, i cliché! Insidiosi, fastidiosi, obbrobriosi… ma presenti in ogni dove.

Sarebbe bello allora tentare (o quantomeno provarci) di evitarli, tuttavia non è affatto semplice!

Oggi ho selezionato per te i cinque cliché in assoluto più frequenti (e che consiglio sempre di evitare… se possibile).

Attenzione: ironia a gogò, e anche un pizzico di cattiveria. Se sei permaloso non continuare la lettura 😉


Bellissimo + bellissima = amore folle

Questo cliché è tipico soprattutto dei romance, ma anche degli urban fantasy.

Il protagonista maschile è bellissimo, ammirato da tutte, invidiato da tutti, intelligente e capace in ogni cosa che fa. Circa il carattere, due sono le opzioni: o principe azzurro d’altri tempi, premuroso, protettivo, geloso al punto giusto. Oppure bad boy stronzo, possessivo, irascibile, gelosissimo. In ogni caso, la protagonista cadrà irrimediabilmente ai suoi piedi.

E veniamo a lei: la protagonista è anche lei bellissima (ma non sa di esserlo), spesso sfortunata, impacciata, ironica di se stessa. Raramente è una cazzuta al cento percento, di solito si lascia cadere nelle trame dell’uomo e obbedisce a qualsiasi cosa lui le chieda (soprattutto se questi è il bad boy).

Se il nostro lui è il principe azzurro, saranno scintille già dal primo sguardo, ed entrambi cadranno innamorati love lasts forever nel giro di pochi giorni. Se invece il nostro lui è un bad boy, occorreranno pagine e pagine di ripicche, litigi, sfuriate, ma poi anche qui i nostri eroi tomberont amoureux.

In ogni caso, l’amore trionferà su tutto.

Happy people in happy land

I nostri due eroi saranno sempre attorniati da famigliole felici e un po’ pazzerelle. I rispettivi madre e padre si amano alla follia, i fratelli o sorelle (se ce ne sono) si vogliono un bene dell’anima. Nessuna macchia a oscurare queste famiglie: la felicità è dappertutto!

Capita anche che invece le famiglie siano inesistenti (nel senso che nel romanzo proprio non se ne parla… mah!), oppure, come vedremo adesso, disastrate.

Se il protagonista maschile è un bad boy, accade che abbia alle spalle famiglie disastrate, o non abbia proprio una famiglia. Nella maggior parte dei casi si porta appresso un’oscurità che però la nostra eroina saprà scacciare via con il suo amore solido e ostinato.

Anche la girl può avere una famiglia disadattata dietro, e sarà il turno del suo lui di scacciare ogni oscurità.

Piacere, essere soprannaturale

Dopo il successo di Twilight, tantissimi urban fantasy (self e no) si sono appoggiati alla struttura della Meyer.

E quindi: lei incontra lui a scuola, sono entrambi adolescenti. Scocca una scintilla, e poi lui le rivela di essere una creatura soprannaturale (vampiro, lupo mannaro e via dicendo, anche con qualche bella idea originale). C’è qualche problema che interrompe il corso delle loro vite e che loro dovranno fronteggiare. Spesso anche la nostra lei scopre di avere poteri paranormali o di essere un’eletta, oppure una creatura soprannaturale.

Anche in questo caso, l’amore trionferà su tutto.

Il triangolo no…

Il triangolo amoroso è il caposaldo di tutti i cliché, oserei dire.

Quale che sia il genere (ma anche in questo caso il primato lo tiene il romance), la protagonista è invischiata in un intreccio amoroso da cui è difficile uscirne, in particolare per lei.

In genere la troviamo a combattere con l’attrazione che prova per uno spasimante e l’attrazione che prova per l’altro, spesso il primo è il nostro amato bad boy, il secondo l’amico di sempre che da sempre è innamorato di lei.

Poi c’è anche il caso in cui la protagonista è praticamente corteggiata da tutti i personaggi maschili del libro… e ovviamente non capisce come mai. Sceglierà poi il solo e unico uomo che le ha fatto battere il cuore sin dall’inizio, con buona pace degli altri.

Deux ex machina

Tipico soprattutto dei fantasy: i nostri eroi sembrano avere la peggio, quando all’improvviso (e uso l’avverbio per un motivo) arriva qualcosa a salvarli, che sia un’entità buona, un mago;oppure lo stesso eroe si rivela portatore di poteri fantastici (chissà perché poi non l’aveva capito prima), o riesce finalmente a sfruttarli (in quest’ultimo caso, buona parte della storia è incentrata sulle difficoltà dell’eroe di accettare questa “condizione”).

Questo intervento non solo la maggior parte delle volte è poco credibile, perché addirittura non dà alcuna spiegazione (recentemente ho letto un romanzo di un grande scrittore, nel senso di famosissimo, in cui i due protagonisti si trovavano impossibilitati a salvarsi, davvero, non avevano scampo, quando una non meglio entità benigna li ha salvati… senza che l’autore spiegasse almeno perché), ma è anche fastidioso per il lettore, che si sente preso per i fondelli.

Come anche l’eroe che scopre di saper usare i suoi poteri, senza che si abbia capito come mai, visto che qualche pagina prima (o fotogramma o film precedente, si veda Star Wars, ahimè, visto che sono fan) egli aveva vistosi problemi a capirli prima ancora che a utilizzarli.

Insomma, e quindi?

In effetti questa breve disamina può bastare a raccontare la trama di centinaia di romanzi, che peraltro hanno avuto molto successo.

Questo ha un’importante conseguenza: i cliché, sebbene ingombranti, piacciono. E se piacciono, perché evitarli?

Come ricorderai, prima ho scritto… evitarli, se possibile.

Un romance si regge su molti dei cliché da me menzionati, e non è detto che annoi, o peggio. Anche numerosi fantasy fanno appello a cliché di questo tipo.

Il consiglio che posso darti è: se puoi, evitali. Una storia d’amore tra due sfigati può piacere tanto quanto quella tra due bellissimi. Un eroe fantasy che lavora sui suoi difetti è bello da vedere, perché lo avvicina a tutti noi. Ma memorabili storie d’amore ci fanno sognare, no? Come anche la mano divina che risolve i problemi (non vorremmo anche noi averla, qualche volta?). Cliché sì, allora, ma con parsimonia. Non facciamo del nostro romanzo il copia e incolla di tanti altri.